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Covid 19

Pregliasco a Fanpage.it: “Dati Covid mostruosamente sottostimati. Con nuove varianti fiammata di casi”

Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, ha commentato a Fanpage.it la situazione Covid in Italia: “I dati attuali sono mostruosamente sottostimati e questo dipende da una significativa quota di asintomatici non misurati e di positivi che non si notificano perché fanno il test a casa loro”.
Intervista a Dott. Fabrizio Pregliasco
Virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant'Ambrogio
A cura di Eleonora Panseri
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"Al momento siamo in una fase di crescita ed è presumibile che potrebbero volerci ancora circa tre settimane per assistere a una discesa. Stanno prendendo piede le nuove varianti Omicron, come Eris e la nuova Jn1, che sono immunoevasive, ovvero che riescono a ‘schivare' quell'immunità ibrida che abbiamo acquisito infettandoci e vaccinandoci. Essendo questo virus cambiato non riusciamo a bloccarlo. Ora si sta evidenziando una fiammata di casi che, per fortuna, in molti casi non sono pesanti proprio grazie a quest'immunità ibrida. E perché queste varianti sono statisticamente meno aggressive, anche se molto contagiose".

La situazione Covid in Italia

A fare una panoramica della situazione Covid in Italia è il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant'Ambrogio, che a Fanpage.it ha commentato i recenti dati del monitoraggio settimanale dell'Iss che hanno evidenziato una lieve diminuzione dei contagi rispetto alla scorsa settimana ma un aumento dei ricoveri nei reparti ordinari. Ma c'è un "ma".

Secondo il professor Pregliasco, infatti, i dati attuali sarebbero "mostruosamente sottostimati" e questo dipenderebbe da una significativa "quota di asintomatici non misurati e di positivi che non si notificano perché fanno il test a casa loro. Questo determina una disattenzione da parte dei positivi che non rimangono a casa o non mettono la mascherina per proteggere gli altri", spiega l'esperto. "Quello che vediamo noi sono invece i dati oggettivi, ovvero i 300 morti della scorsa settimana, di cui molte sono persone anziane con comorbilità e che non si sono vaccinate o non hanno fatto i richiami".

La difficoltà nell'identificare la presenza del virus sta anche nel fatto che "il Covid in questo momento si presenta con tutte le manifestazioni possibili, diciamo così, dalla simil influenza pesante con febbre elevata, dolori muscolari e sintomi respiratori al nulla. Sono molti i casi asintomatici, infatti in ospedale ci è capitato spesso di ‘inciampare' in persone a cui facciamo il tampone per altre patologie e risultano positive. – prosegue Pregliasco – Ed è proprio questa la forza del virus, in questo modo riesce a essere invasivo".

La resistenza alla vaccinazione e la sottovalutazione del rischio

Il professore osserva anche come ci sia in questo momento un approccio sbagliato da parte delle persone "che fa sì che il problema del Covid venga mal gestito". "Da un lato, tutti pensiamo che il virus non ci sia più, anche se non è così. E se pensiamo che c'è, crediamo comunque che sia una cosa banale, sottostimiamo il rischio che esiste ancora. – spiega il virologo – A questo si aggiunge anche l'idea diffusa che il vaccino faccia male. Invece, dobbiamo guadagnarci bene la nostra nuova normalità e per farlo dobbiamo proteggere gli anziani e i soggetti a rischio, facendo sì che si vaccinino e facendo loro il tampone perché questo gli permette di poter avere subito accesso alla terapia antivirale dedicata".

"Purtroppo, però, e i dati statistici lo dimostrano, nemmeno i fragili si vaccinano. Non c'è stato nemmeno una grande pianificazione e una comunicazione efficace per lanciare questa campagna vaccinale. Non c'è stato entusiasmo, il ministero ha fatto una circolare che tuttavia non è arrivata bene al cittadino. A questo si sono aggiunte anche le difficoltà distributive", continua ancora l'esperto.

Secondo il professor Pregliasco, la disaffezione ai vaccini ha tante ragioni. "Abbiamo vissuto la paura dell'inizio e la speranza del vaccino che però è stata accompagnata anche dai dubbi di una minoranza, e in questa rientrano anche alcuni medici. Il vaccino si fa se si ha la percezione della gravità della malattia, che oggi non c'è. E i potenziali effetti avversi fanno domandare: ‘Ma il gioco vale la candela?'. Se a questo aggiungiamo le fake news, che sono costruite benissimo, è comprensibile che riescano far presa su un cittadino non esperto".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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