Polizia irrompe durante combattimento di cani in Ligura: arrestati responsabili

Il cane destinato al combattimento deve essere "cattivo" e per questo – tra le diverse pratiche crudeli – viene segregato e costretto in spazi angusti. La polizia ha iniziato ad indagare su un possibile giro di combattimenti clandestini dietro segnalazione che identificava un imprenditore trentenne genovese proprietario di diversi esemplari di pitbull. Gli agenti della Mobile di Genova e Imperia hanno accertato che l'uomo aveva allestito non lontano da casa un piccolo campo di addestramento abusivo in cui erano presenti un paio di cani. Un terzo era in un piccolo recinto o in un trasportino, segregato e liberato soltanto per pochi minuti al giorno. Un quarto esemplare era in uno stabilimento industriale a Pontedecimo, in cui lavorava l'imprenditore.
Pedinato l'imprenditore con il pitbull
È seguendo quest'uomo che gli agenti hanno potuto ricostruire le identità di chi gestiva un campo di combattimenti clandestini a Genova. Portando con sé il cane segregato, l'imprenditore genovese ha incontrato un quarantenne milanese, il quale lo ha poi condotto in un circolo sportivo. Qui hanno infine incontrato il proprietario del centro ricreativo, un trentanovenne pavese, e due suoi amici. A questo punto hanno fatto irruzione gli agenti, arrestando i cinque uomini e notando subito un cunicolo. Attraversando questo passaggio, i poliziotti sono arrivati all'interno di una taverna appartenente ad una villetta limitrofa. Da qui sono fuggiti nell'aperta campagna cinque persone che, prima della fuga, hanno liberato due cani. Per terra gli agenti hanno trovato i panni sporchi di sangue con cui, evidentemente, si è tentato di tamponare le ferite dei due animali.
Gli arresti, le accuse e il destino dei cani da combattimento
Oltre alle cinque persone arrestate, altre quattro sono state fermate nella notte e accompagnate nella Questura di Pavia. Si tratta di quattro dei cinque fuggiaschi scappati nella campagna. Una successiva perquisizione ha messo in luce l'uso di un rudere vicino, appartenente allo stesso proprietario della palestra, in cui sono stati trovati circa quaranta cani di diverse razze tra cui pitbull, dogo argentino e American Staffordshire Terrier. Ulteriori perquisizioni nella case degli "spettatori" del combattimento hanno permesso di scoprire altri cani privi di microchip, medicinali dopanti provenienti soprattutto dall'Est Europa e attrezzatura da addestramento specifica per cani. A loro, quattro uomini e una donna, è stato notifica la denuncia per il reato di combattimento tra cani. Tutti gli animali sono stati affidati all'Asl per le cure e l'inserimento nelle liste di adozione.