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Picchiato dal vicino per un tubo rotto, Giuseppe Prestifilippo muore in ospedale dopo mesi di agonia

Giuseppe Prestifilippo, 78 anni, il 2 agosto scorso era stato aggredito per futili motivi, legati al danneggiamento di un tubo mentre era in vacanza in Puglia. Dopo più di 3 mesi di agonia, è morto in ospedale, dove era ricoverato in coma vegetativo.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

È stato aggredito mentre era in vacanza per futili motivi, legati al danneggiamento di un tubo, ed è morto dopo mesi di agonia in ospedale a Carate Brianza, dove era ricoverato in coma vegetativo.

La vittima si chiamava Giuseppe Prestifilippo, 78enne originario di Palermo, ma da tempo residente in Lombardia. La brutale aggressione era avvenuta la scorsa estate, il 2 agosto, ad Alezio, in provincia di Lecce.

Secondo quanto era stato ricostruito, l'anziano era in vacanza in Puglia, nel paese della moglie. Qui era stato selvaggiamente picchiato dal vicino per questioni legate al presunto danneggiamento di un tubo posto sulla linea di confine fra le due proprietà.

Il 78enne aveva avuto un malore, era stato rapidamente soccorso dal personale del 118 e accompagnato all’ospedale di Lecce. Nonostante le cure e l’assistenza dei sanitari, il suo quadro clinico non aveva purtroppo mai mostrato segnali migliorato fino al decesso, avvenuto nella notte tra sabato 22 e domenica 23 novembre.

Prestifilippo lascia la moglie e due figli. Nei giorni successivi alla brutale aggressione, al termine di una prima indagine condotta dai Carabinieri, era scattato l’arresto per un commerciante di 43 anni, presunto aggressore dell'anziano.

L'arresto era arrivato dopo l'emissione di un’ordinanza di custodia cautelare da parte della giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, su richiesta della pubblico ministero Maria Vallefuoco.

A quanto si apprende, il giudice Angelo Zizzari ha respinto la richiesta di patteggiamento a 3 anni e sei mesi avanzata nei giorni scorsi dai legali dell’aggressore.

La famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Alessandro Grassi, si sta muovendo, dopo il decesso, per far riconoscere il reato di omicidio pluriaggravato per futili motivi e minorata difesa.

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