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Pesaro, articolo su furti dei nidi di falco: giornalista indagata, rischia 5 anni carcere

La cronista del Carlino Pesaro Elisabetta Rossi accusata di pubblicazione di atti coperti da segreto per un ingiusto vantaggio patrimoniale cioè aver incassato il compenso di nove euro lordi per l’articolo.
A cura di A. P.
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Un articolo sui furti di nidi di falchetti per il mercato clandestino potrebbe costare una pesantissima condanna ad una giornalista pesarese che si occupa di cronaca giudiziaria per le pagine locali del quotidiano Il Resto del Carlino. La cronista del Carlino Pesaro Elisabetta Rossi, infatti, a seguito del pezzo si ritrova ora accusata dalla Procura della Repubblica di favoreggiamento reale nei confronti dei mercanti di falchetti, di violazione del divieto di pubblicazione di atti coperti da segreto e istigazione alla rivelazione di segreti d’ufficio per un ingiusto vantaggio patrimoniale, cioè l'aver incassato i nove euro lordi di compenso. Accuse che se confermate potrebbero costarle una pena fino a 5 anni di carcere.

In pratica i magistrati accusano la giornalista di aver rivelato dettagli dell'inchiesta, che procede da circa sette mesi, che sono coperti da segreto istruttorio. Così a pochi giorni dalla pubblicazione dell'articolo, Elisabetta Rossi si è ritrovata a casa gli agenti della Forestale che le hanno perquisito l'abitazione sequestrandole anche il cellulare. Sottoposta a interrogatorio, la giornalista si è avvalsa del segreto professionale che però, essendo pubblicista, non gli è stato riconosciuto dagli inquirenti.

Solidarietà è stata espressa dall'Ordine dei Giornalisti ricordando che "il giornalista non può venire meno al proprio dovere che è quello di informare correttamente il pubblico" e che "la collega Rossi ha pubblicato notizie di cui era venuta a conoscenza e da lei ritenute interessanti per i lettori". "Se l’accusa di istigazione vale per Elisabetta Rossi, allora è estendibile d’ufficio all’intera categoria mondiale dei giornalisti che ogni mattina chiedono ai vari interlocutori, sia in condizioni di pace, di guerra o di golpe, di sapere segreti e novità" hanno commentato invece dal sindacato giornalisti marchigiani denunciando pubblicamente il caso.

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