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Perché l’autopsia sul corpo di Alessandro Venier sarà complicata: cosa potrà svelare un cadavere fatto a pezzi

Un medico legale a Fanpage.it ha spiegato perché sarà complicata l’autopsia sul corpo di Alessandro Venier, ucciso e fatto appezzi dalla madre e dalla compagna: “Da un cadavere tagliato non si riesce più a capire con certezza che cosa abbia determinato la morte”.
A cura di Giorgia Venturini
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Si procederà in questi giorni con l'autopsia sul corpo di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi il 25 luglio nella villetta di famiglia a Gemona del Friuli. Con l'accusa di omicidio – a cui sono contestate anche tre aggravanti – sono state arrestate la madre della vittima Lorena Venier e la compagna sempre della vittima Mailyn Castro Monsalvo. La coppia ha una figlia di pochi mesi e ora è affidata ai servizi sociali. Intanto è stato nominato il medico legale e anche gli avvocati difensori potranno decidere di nominare un proprio consulente che potrà partecipare all'esame autoptico.

Al momento l'unica che ha rilasciato un'ampia confessione davanti ai magistrati nell'interrogatorio di convalida è stata Lorena Venier, mentre l'altra indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La madre della vittima ha detto di aver fatto tutto da sola: "Mi sono occupata da sola del ‘depezzamento' di Alessandro, ho utilizzato un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue e l’ho sezionato in tre pezzi", avrebbe detto. Certo è che avere le conferme scientifiche non sarà facile dal momento che l‘autopsia su un corpo fatto a pezzi potrebbe non svelare molto. Perché potrebbe essere così complessa? Lo ha spiegato un medico legale a Fanpage.it.

"Quando un corpo viene sezionato durante l'autopsia le informazioni le otteniamo dalla sua interezza", spiega il medico. Questo vuol dire che quando un cadavere viene trovato tagliato in più parti, come in questo caso, "non si riesce più a capire con certezza che cosa abbia determinato la morte e cosa sia successo subito dopo".

La madre della vittima nella sua confessione avrebbe detto di aver ucciso il figlio prima narcotizzandolo e poi soffocandolo. "Però a tutte queste dichiarazioni devono esserci dei riscontri scientifici – precisa il medico -. Sarà complicato in questo caso perché le condizioni in cui è stato trovato il cadavere, ovvero tagliato in tre pezzi, possono non fornire più importanti informazioni". Questo perché elementi utili al medico legale potrebbero trovarsi proprio nella parte in cui il corpo è stato tagliato.

Ma dall'autopsia almeno si può capire quante persone abbiano partecipato all'omicidio e alla successiva tortura, dal momento che la madre confessa di aver fatto tutto da sola? Sul corpo infatti si procederà ad analizzare anche tutte le tracce di DNA trovate: "La presenza di materiale genetico presuppone un contatto, ma si sa che un contatto tra famigliari non presuppone per forza un'ipotesi violenta".

Dall'autopsia però si potrà capire quanti tipi di oggetti sono stati utilizzati per tagliare il corpo in tre parti. Da qui forse gli investigatori potrebbero confermare o smentire le parole della madre della vittima, ovvero se bastava una mano come la sua a commettere simili gesti.

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