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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Perché il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria e come prevenire il contagio

L’OMS ha stabilito che il vaiolo delle scimmie rappresenta un’emergenza sanitaria di portata internazionale. Si tratta di una dichiarazione formale che obbliga legalmente i Paesi a potenziare le misure di sorveglianza e controllo dell’epidemia.
A cura di Andrea Mazzella
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Il direttore generale dell’OMS ha stabilito che il vaiolo delle scimmie rappresenta un’emergenza sanitaria di portata internazionale. Questo non vuol dire che abbiamo un rischio molto alto di prenderlo. È una dichiarazione formale che obbliga legalmente i Paesi a potenziare le misure di sorveglianza e controllo dell’epidemia.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie è un’infezione da un virus che provoca all’inizio sintomi simili all’influenza, e poi delle bolle alla pelle che a volte ricordano la varicella, e possono essere intorno alla bocca, ai genitali o all’ano o in altre parti del corpo. Queste bolle poi formano delle croste che infine cadono e la pelle guarisce nel corso di tre o quattro settimane.

Come si trasmette?

Il vaiolo delle scimmie si trasmette da persona a persona attraverso:

  • Il contatto fisico diretto con le bolle o le croste di vaiolo delle scimmie, per esempio durante un rapporto sessuale o baciando una persona affetta, ma non solo
  • Gli starnuti o la tosse di una persona con il vaiolo delle scimmie
  • Toccare vestiti, lenzuola o asciugamani usati da una persona affetta

Come evitare di prendere il vaiolo delle scimmie

Ci sono delle cose che possiamo fare per ridurre il rischio di contagio.

  • Lavare le mani regolarmente con acqua e sapone o con un gel a base di alcol
  • Per chi ha rapporti sessuali, essere consapevoli dei sintomi e parlare con i propri partner di salute sessuale
  • Se si è a conoscenza che una persona ha il vaiolo delle scimmie, se possibile evitare il contatto ravvicinato (entro 1 metro) e non toccare i loro asciugamani o indumenti

Perché c'è lo stato di emergenza internazionale?

Dall’inizio dell’anno ci sono stati almeno 15000 casi in 72 paesi – mentre a maggio ce n’erano solo 3000 in 47 paesi. La maggior parte sono in Europa e in America, che normalmente non registrano casi – di solito è una malattia che colpisce l’Africa occidentale e centrale.

Quasi tutti i casi in Europa sono tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con uomini, principalmente tra quelli che hanno hanno rapporti sessuali con più partner. Il numero R0 è stimato intorno a 1.4-1.8 in questo frangente, questo vuol dire che l’epidemia si sta espandendo.

Come eliminare il rischio di trasmissione da persona a persona

I Paesi devono ora attivare una risposta coordinata con l’obiettivo di interrompere la trasmissione da persona a persona e proteggere i gruppi più vulnerabili (bambini, persone immunocompromesse o incinte).

  • Migliorare l’informazione rivolta alla popolazione e contrastare la disinformazione
  • Potenziare il sistema sanitario e la capacità dei laboratori di fare diagnosi
  • Identificare il genoma del virus per seguirne l’evoluzione
  • Isolare le persone affette mentre sono contagiose
  • Identificare e monitorare i contatti delle persone affette
  • Sostenere la ricerca nel settore
  • Considerare l’uso del vaccino per il vaiolo per le persone a rischio maggiore di contagio
  • Evitare di stigmatizzare le persone affette, con lo scopo anche di garantire cure mediche in tempi brevi e di impedire i contagi non identificati.

L’OMS ritiene che non sarà semplice eliminare completamente la trasmissione da persona a persona, ma che sia possibile.

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Andrea Mazzella è un medico e vive a Londra, dove si è laureato in Epidemiologia alla London School of Hygiene and Tropical Medicine e ha lavorato come ricercatore in sette sperimentazioni cliniche di fase II e III sui vaccini per il Covid. Durante la pandemia ha partecipato a un’iniziativa ONU su TikTok per contrastare la disinformazione sui vaccini.
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