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Perché Crisanti dice che l’immunità di gregge sarà difficile da raggiungere

Secondo Andrea Crisanti, la campagna vaccinale è un obiettivo di importanza nazionale. “Tutto dipende dall’impegno che ci mettiamo”, ha spiegato il virologo che ha poi sottolineato come l’ipotesi di una immunità di gregge in Italia è ancora lontana per diversi fattori. “I numeri sono risicati”, le parole di Crisanti.
A cura di Chiara Ammendola
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Per il virologo Andrea Crisanti l'obiettivo dell'immunità di gregge in Itablia è difficilmente raggiungibile. In un'intervista rilasciata ad Adnkronos, il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova ha spiegato attraverso un calcolo che si tratta di un'ipotesi poco probabile: "Bisogna fare due conti: per l'immunità di gregge dovremmo vaccinare almeno 40 milioni di persone. Guardiamo alla popolazione italiana e togliamo già 9 milioni di under 18 non vaccinabili al momento; poi un 20 percento di cittadini che dice no al vaccino, cioè altri 11 milioni di persone, circa 2 milioni di persone che vivono sul nostro territorio e non sono censite. Ecco perché parlo di numeri risicati per l'immunità di gregge".

Se Rt resta a 1 inevitabile mantenimento misure

Crisanti ha poi spiegato che se l'Rt rimane uguale a 1 sarà inevitabile il mantenimento di qualche misura, a meno a che non si imposti un programma di sorveglianza senza precedenti che contribuisca a interrompere la trasmissione. Ed è su questo tema che si è concentrato anche per quanto riguarda l'immunità di gregge: "Dopo un anno e mezzo dal vaccino fatto, c'è una quota di persone che perderà l'immunità: paradossalmente più è elevato il ritmo di vaccinazione più questa quota pesa". Per questo secondo Crisanti il nostro equilibrio al momento è precario e sarà necessario insistere sull'attività di sorveglianza.

Campagna vaccinale è un obiettivo di importanza nazionale

Per quanto riguarda la campagna di vaccinazione invece secondo Crisanti, verso settembre si riuscirà probabilmente a vaccinare contro il Covid la maggior parte delle persone che vanno vaccinate: "Tutto dipende dall'impegno che ci mettiamo, non è che il successo nella campagna vaccinale dipende da qualcun altro". Crisanti ha spiegato che se sono riusciti a vaccinare 500mila persone al giorno in Gran Bretagna, dopo 3 mesi di progressivo incremento e coinvolgendo tutte forze in campo, perché non dovremmo farlo anche noi? E' chiaro che se in Italia non ci rendiamo conto che questo è un obiettivo di importanza nazionale, se una certa percentuale di medici di base non vuole vaccinare, se quello fa il distinguo e c'è chi dice forse, non ci arriveremo.

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