Perché anche un’analisi dell’orecchino di Chiara Poggi non svelerebbe chi è il killer di Garlasco

A questo punto delle nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi l'attenzione ritorna su ogni reperto recuperato nella villetta di Garlasco il 13 agosto del 2007 e i giorni successivi. Alcuni di questi oggetti – come per esempio il vasetto del fruttolo e il contenuto dell'estathé – verranno analizzati per la prima volta nell'incidente probatorio che inizierà il prossimo 17 giugno. Ieri, nella puntata del programma tv Chi l'ha visto?, si è tornati a parlare dell'orecchino senza chiusura, sporco di sangue e ritrovato accanto al corpo senza vita di Chiara Poggi. Quel reperto numero 13 non sarebbe mai stato analizzato forse perché in questi 18 anni non sarebbe mai stato in qualche modo ritenuto utile alle indagini.
La presentatrice del programma Federica Sciarelli ha spiegato mostrando le immagini: "Lì sotto c’è scritto ‘scala vicino al cadavere’, quindi probabilmente è stato trovato accanto al corpo di Chiara. Vedete che non ha la chiusura. Ora vi mostro l’altro, quello destro: questo ha la clip, ma non è indicato come trovato sulla scala". Sarebbe stato ipotizzato che uno dei due orecchini sarebbe stato strappato via durante una colluttazione forse con l'omicida. Oltre al sangue della vittima quindi potrebbe contenere tracce biologiche dell’aggressore? Molto improbabile, ma soprattutto non lo sapremo mai. Ecco perché.
Stando a quanto riferito spesso da fonti di Fanpage.it, prima di tutto dopo vari accertamenti è stato dimostrato che Chiara Poggi non avrebbe avuto il tempo di difendersi prima di essere colpita alla testa da un oggetto, molto probabilmente da un martello. Poi sarebbe stata gettata dalle scale interne che portano alla cantina della famiglia Poggi. Dunque con certezza come sia caduto questo orecchino non si sa, ma dopo 18 anni è impossibile da capire. Perché – stando sempre a fonti di Fanpage.it – tutti gli effetti personali di Chiara Poggi vennero restituiti alla famiglia, compreso l'orecchino. Questo vuol dire che non potrà essere più analizzato dal momento che sarebbe contaminato da nuove impronte e nuovo dna una volta che è stato restituito ai genitori. Non rientra quindi nell'immediato incidente probatorio. Ecco quindi perché su quel reperto 13 si possono fare solo ipotesi ma non potrà mai svelare nulla.
Non resta dunque da chiedersi su quali reperti i nuovi periti faranno gli accertamenti genetici. Dobbiamo tenere in considerazione che nel 2022 c'è stato l'ordine di distruggere i reperti del caso, come è di consueto fare dopo che sono passati anni dall'omicidio e dal momento anche che in questo caso c'è una condanna in via definitiva per Alberto Stasi. L'ordine è arrivato l'anno prima che la Procura di Pavia ha riaperto un fascicolo sulla morte di Chiara Poggi che ha portato per la terza volta a indagare Andrea Sempio.