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Pensano sia suicidio ma è femminicidio: 32enne uccisa dal marito, incastrato dal disegno della figlia

Ahmed Mustak, 44 anni, è stato arrestato oggi a Genova con l’accusa di aver ucciso la moglie, la 32enne Sharmin Sultana, morta il 7 marzo scorso dopo che, si pensava, si fosse suicidata. La volta grazie a un disegno della figlia di 8 anni della coppia.
A cura di Ida Artiaco
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Quello che sembrava essere un suicidio si è rivelato essere un femminicidio. Ahmed Mustak, 44 anni, è stato arrestato oggi a Genova con l'accusa di aver ucciso la moglie, la 32enne Sharmin Sultana, morta il 7 marzo scorso dopo che, si pensava, si fosse tolta la vita lanciandosi dalla finestra di casa al secondo piano di un edificio nel quartiere di Sestri Ponente.

Gli inquirenti all'epoca notarono la finestra aperta, tuttavia non vi erano apparenti tracce di sangue sull’asfalto (erano invece presenti sul muro fra il secondo e il primo piano) e la vittima aveva una strana ferita alla testa.

I familiari della donna, originaria del Bangladesh, avevano espresso dubbi sul marito sin da subito, poi nelle scorse ore è arrivata la svolta. L'uomo, sostiene l'accusa, è stato scoperto anche grazie a un disegno fatto dalla figlia più grande, di appena 8 anni.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Marcello Maresca, l'uomo vessava continuamente la donna. La quale stava cercando di liberarsi da quel marito opprimente, anche grazie a TikTok, con video che raccoglievano migliaia di visualizzazioni. La stessa azienda per cui lavorava l’uomo, nei vicini stabilimenti della Fincantieri, aveva sospettato che qualcosa non andasse.

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Dopo la tragedia, pare che l'uomo abbia indotto la stessa figlia di 8 anni a rendere dichiarazioni non compromettenti nei riguardi del padre. La coppia aveva anche un altro figlio di 6 anni. Decisive per arrivare agli arresti anche le testimonianze dei parenti della donna. Il 44enne è ora accusato di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia.

Nel disporre per l'uomo la detenzione nel carcere di Marassi, il giudice ha indicato il "pericolo di inquinamento probatorio" come il più grave, tenuto conto che a Sestri era rimasto solo con i due figli.

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