Patto mafioso per la gestione dei rifiuti a Catania: 16 arresti, anche un giornalista
Una maxi operazione da parte della Dia di Catania, scattata nella mattina di martedì in tutta la provincia e coordinata dalla Dda della Procura etnea, ha permesso di smantellare un rodato sistema illecito per la spartizione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Trecastagni, Misterbianco e Aci Catena, con diramazioni nella Sicilia Orientale. Nell'ambito dell'operazione, denominata "Gorgni", sono impegnate 150 unità del personale della Direzione investigativa antimafia di Catania, supportate dai Centri operativi di Palermo, Reggio Calabria, Caltanissetta, dalla Dia di Roma e dalla Sezione Operativa di Messina.
In manette sono finte sedici persone tra imprenditori del settore, funzionari amministrativi ed elementi di vertice dei clan mafiosi Cappello e Laudani, a conferma che ancora una volta tra Cosa nostra e imprenditoria collusa il collante sembra è la corruzione nella pubblica amministrazione. Tra i destinatari delle 16 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta della Dda, figura questa volta anche un giornalista accusato di corruzione. Contestualmente agli arresti, gli uomini la Dia stanno sequestrando in queste ore anche diverse società coinvolte nell'inchiesta per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro.
Al centro dell'inchiesta appalti spartiti a tavolino, tangenti ad amministratori pubblici e rapporti con la mafia. In particolare le indagini, coordinate dal procuratore capo Carmelo Zuccaro, hanno permesso di fare luce sui rapporti consolidati nel tempo che avrebbero prodotto una distorsione nel settore dei rifiuti per la quale determinate imprese sarebbero state favorite grazie a imprenditori disposti a pagare e ad amministratori corrotti.