Papa Leone XIV sui gay: “Chiesa aperta a tutti, ma dottrina su matrimonio e sessualità non cambia”

Papa Leone XIV ha chiarito la posizione della Chiesa cattolica sui temi LGBTQ+. In una nuova intervista pubblicata oggi in Perù il Pontefice ha ribadito che la Chiesa rimane aperta a "tutti, tutti, tutti", riprendendo le parole di Papa Francesco, ma ha escluso cambiamenti nella dottrina tradizionale.
"Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che la dottrina della Chiesa, in termini di ciò che insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio, cambierà", ha affermato il Papa nell'intervista a firma di Elise Ann Allen per Penguin. Il Pontefice ha sottolineato che il matrimonio resta definito come "una famiglia composta da un uomo e una donna in un impegno solenne, benedetti nel sacramento del matrimonio".
Leone XIV ha fatto riferimento al documento Fiducia Supplicans, spiegando che il messaggio centrale rimane: "Certo, possiamo benedire tutti, ma non dovremmo cercare un modo per ritualizzare una qualche benedizione". L'accoglienza universale, ha precisato, non è rivolta a una "specifica identità" ma a tutti in quanto figli di Dio.
Le dichiarazioni di Papa Prevost arrivano a circa un mese dall'incontro al Giubileo delle équipe sinodali in Vaticano – alla fine di ottobre – con esponenti del movimento "Noi siamo Chiesa", che lavora da anni per un pieno riconoscimento dei fedeli Lgbtq+. "Noi facciamo parte di una rete sinodale italiana che è nata quattro anni fa in modo informale, siamo una trentina di associazioni del cattolicesimo riformista, come Paxchristi, i movimenti femministi e Lgbt e con questa rete abbiamo registrato questi cambiamenti nella società che richiedono anche parole nuove, sguardi nuovi nella Chiesa", ha dichiarato di recente a Fanpage.it Elza Ferrario, co-coordinatrice di Noi Siamo Chiesa Italia. Quei cambiamenti, tuttavia, potrebbero non essere imminenti.
Già nel 2012, in qualità di vescovo, Prevost aveva criticato i media occidentali per aver promosso "idee e pratiche in contrasto con il Vangelo", includendo tra queste gli "stili di vita omosessuali e modelli di famiglia alternativi, comprese le coppie dello stesso sesso e i loro bambini adottati". Come vescovo di Chiclayo, in Perù, si era opposto all'introduzione di insegnamenti sul genere nelle scuole, definendo la "promozione dell'ideologia di genere" come "fonte di confusione" perché "cerca di creare generi che non esistono".
Tuttavia, molto è cambiato dal 2012. Il pontificato di Francesco ha segnato un'apertura significativa, culminata nella celebre affermazione "chi sono io per giudicare", anche se a queste parole non sono sempre seguiti cambiamenti concreti nella dottrina.
Il cardinale Müller: "Gli atti omosessuali sono un peccato mortale"
Le istanze LGBTQ+ hanno acquisito maggiore visibilità nel dibattito pubblico occidentale ma la Chiesa Cattolica e le sue gerarchie continuano ad apparire piuttosto chiuse. Di recente il cardinale Gerhard Ludwig Müller, 78enne prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, è tornato ad attaccare la comunità LGBTQIA+. Intervistato dall'ANSA ha ribadito che "gli atti omosessuali sono un peccato mortale e per questo si deve rifiutare questa politica che alcuni fanno, entrando nella Porta Santa per fare la propaganda per se stessi e non per ricevere la penitenza con un cambio di vita". "Sono sicuro che anche Papa Francesco non ha accettato questa ideologia LGBT, lui aveva questa pastorale di parlare con le persone. Questa è sempre stata la linea della Chiesa. Noi accettiamo le persone. Dio ha benedetto, secondo il Libro della Genesi, il matrimonio tra uomo e donna, non si può benedire il peccato", ha aggiunto Müller parlando della ‘Fiducia supplicans‘, dichiarazione sposata anche da papa Francesco sulla benedizione delle coppie gay. "Non è un documento del magistero, ma solo qualcosa sulla vita pratica della pastorale, dobbiamo correggere il malinteso che la Chiesa avesse quasi accettato questo comportamento come qualcosa da benedire e su cui invocare la benedizione di Dio”"
Da anni Müller attacca sistematicamente la comunità LGBTQIA+. Alla vigilia del nuovo conclave, subito dopo la morte di Bergoglio, il cardinale precisò che “la Chiesa non deve diventare una Ong”, con il nuovo Pontefice chiamato “contrastare le lobby ideologiche e di potere, compresa quella gay”. Per poi aggiungere: “Se Gesù dice che il matrimonio è fra un uomo e una donna ed è indissolubile, nessun Papa può cambiare questa dottrina. Le lobby omosessuali vogliono equiparare al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso, ma questo contraddice totalmente la dottrina della Bibbia. Si può discutere della pastorale concreta, individuale, verso le singole persone, per guidarle alla vita cristiana, ma non accettare l’ideologia gender, che è contraria alla dottrina della Chiesa".