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Papa Francesco avrebbe già deciso dove verrà celebrato il suo funerale: non sarà in Vaticano

Bergoglio vorrebbe la sua tomba sotto l’altare di Santa Maria Maggiore. Per il funerale avrebbe scelto la sede episcopale di Roma, fuori dal Vaticano.
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Stanno facendo il giro del mondo le dichiarazioni di papa Francesco, che, in una intervista all’emittente messicana N+, ha dichiarato di aver già “preparato la tomba a Santa Maria Maggiore”. Il Papa, dunque, spezza la tradizione che vuole, ormai da oltre cento anni, cioè dai tempi di Pio X, pontefici sepolti nelle grotte vaticane, sotto la basilica di San Pietro, a pochi metri dalle spoglie dell’apostolo Pietro.

Il motivo? La “grande devozione per la Vergine Salus Populi Romani”, la cui immagine campeggia dietro l’altare della basilica. Non è il primo papa che sarà sepolto a Santa Maria Maggiore, nel pieno centro di Roma: prima di lui, Pio V e Sisto V, che si trovano nella Cappella Sistina; Clemente XIII e Paolo V nella Cappella Borghese; Clemente IX posta all’interno di un magnifico monumento funebre a destra dopo essere entrati nella basilica. La tomba di Francesco dovrebbe essere centrale, a quanto si apprende da qualificate fonti vaticane: Bergoglio ha scelto per sé un posto sotto l’altare maggiore.

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Da fonti vaticane trapela, inoltre, che la notizia fosse abbastanza nota oltre il Tevere da almeno un paio d’anni e che per questo il Papa ne abbia parlato con grande naturalezza. Il Papa avrebbe anche deciso di non far celebrare le sue esequie in Vaticano: sul piazzale si dovrebbe tenere solo l’esposizione del feretro, in favore dei fedeli e dei curiosi, mentre le esequie dovrebbero essere celebrate, anche qui rompendo la tradizione, in San Giovanni in Laterano.

Questo perché il Papa è innanzitutto vescovo di Roma e, contrariamente a quanto la gente pensi, la sede vescovile di Roma non è in San Pietro, ma, appunto, in San Giovanni in Laterano. Qui, però, sorge un problema: la piazza antistante San Giovanni è molto meno capiente di piazza San Pietro, che può contare anche sulle strade laterali e sull’intera via della Conciliazione. In Vaticano si aspettano, infatti, un numero di presenze più vicino a quello del 2002 dopo la morte di Giovanni Paolo II, che a quello, molto basso, dei funerali di Benedetto XVI.

Il Papa ha anche annunciato che sta lavorando a semplificare il rito dei funerali papali, considerato eccessivo dal pontefice. La principale novità, oltre a uno snellimento dei tempi, dovrebbe essere rappresentata da una modifica del celebrante: non più il cardinale decano, ma il camerlengo. Se questa riforma fosse stata già attiva ai tempi del funerale di Giovanni Paolo II, ad esempio, non avrebbe più celebrato Joseph Ratzinger, la cui omelia in quel giorno convinse molti cardinali tentennanti ad eleggerlo Papa.

Ma perché il Papa ha parlato, ancora una volta, di quello che accadrà dopo la sua scomparsa? Non perché ci sia un pericolo di morte imminente, ma semplicemente perché ritiene la morte una eventualità abbastanza vicina, avendo ormai 87 anni. La sua salute è precaria come può esserla quella di un anziano signore di quell’età: ha molti acciacchi, ma il suo quadro di salute è complessivamente soddisfacente. Inoltre, il pontefice è continuamente monitorato da una equipe medica composta da ottimi professionisti e si sottopone spesso a visite e controlli, anche in ospedale.

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