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News sull'uccisione dell'orsa Amarena in Abruzzo

Orsa Amarena uccisa: sotto scorta da due giorni l’allevatore che ha sparato, travolto dalle minacce

Il 56enne di San Benedetto dei Marsi che la sera di giovedì 31 agosto ha ucciso a fucilate l’orsa Amarena, mascotte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, da due giorni non può uscire di casa a causa degli insulti e delle minacce di morte. Oggi sporgerà denuncia ai carabinieri.
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Foto: Facebook.
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"Ti uccidiamo", "farai la fine dell'orsa" sono solo alcune delle numerose minacce ricevute dall'allevatore di 56 anni che nella serata di pochi giorni fa, giovedì 31 agosto, ha sparato all'orsa Amarena, uccidendola. L'uomo si trova ormai barricato in casa: ha paura di uscire e teme per la sua incolumità e per quella della sua famiglia a seguito delle centinaia di messaggi ricevuti al telefono e in rete nel corso degli ultimi giorni. Promesse di ritorsioni che non risparmiano nemmeno congiunti e parenti ("Anche la tua famiglia è in pericolo", si legge), costringendo l'uomo a vivere sotto scorta da un paio di giorni. Lo riporta il Messaggero.

"Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo". Questa la dichiarazione rilasciata ai carabinieri dall'uomo che lo scorso giovedì ha ucciso l'orsa. Nei confronti dell'allevatore 56enne di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, la Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo: l'uomo è indagato e rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Ma prima ancora che la giustizia possa fare il suo corso, sono fioccate minacce di morte e avvertimenti da parte del mondo della rete e non solo, che hanno fatto precipitare il 56enne in uno stato di costante tensione, tanto da impedirgli di uscire di casa e da imporre un rafforzamento dei controlli da parte degli agenti nei dintorni della sua abitazione. Come riportato dal Messaggero, questa mattina l'allevatore, accompagnato dal suo avvocato Berardino Terra, si recherà dai carabinieri per denunciare le minacce di morte ricevute.

Sull'episodio interviene anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: "Condanno intimidazioni e minacce a chi ha sparato ad Amarena. A un atto incivile non si risponde con la barbarie. Confermo la volontà della Regione di costituirsi parte civile nel processo che seguirà". Intanto, la Procura di Avezzano, per mano del pm Maurizio Maria Cerrato, ha aperto un fascicolo nei confronti dell'uomo, iscritto nel registro degli indagati per aver ucciso l'orsa Amarena, ormai simbolo e mascotte del Parco Nazione d'Abruzzo, Lazio e Molise. Oltre alle reazioni violente, infatti, la sua morte ha scatenato una profonda ondata di tristezza online, con migliaia di messaggi di cordoglio che si inseguono sui social. Amarena era solita scendere nei paesi adiacenti al Parco con i suoi cuccioli, ospite fissa e gradita di residenti e turisti della zona: "L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo", il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook del Parco.

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