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Oristano, Amina picchiata da branco di ubriachi: la lite per il prezzo dei palloncini

Amina è finita in ospedale. È stata aggredita davanti al figlio per futili motivi da un branco di ubriachi: i ragazzi volevano pagare la metà i palloncini che vendeva. L’episodio si è verificato a Bosa, durante un festival, nella notte tra il 25 e il 26 aprile.
A cura di Annalisa Cangemi
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Grave episodio in Sardegna, durante la quinta edizione del Bosa Beer Fest, che si è svolta in provincia di Oristano. Una donna di origini senegalesi è stata aggredita per futili motivi. La vittima è stata colpita ed insultata pesantemente davanti al figlio minore per aver chiesto quattro euro per la vendita di alcuni palloncini: un gruppo di ragazzi ubriachi pretendeva di pagarli due euro. Per questo Amina, così si chiama la donna, è finita in ospedale, dopo essere stata massacrata di botte. Soccorsi dalla Croce rossa, madre e figlio sono stati trasportati all'ospedale Mastino di Bosa dove il ragazzo è stato dimesso poche ore dopo, mentre la donna ha avuto una prognosi di alcuni giorni. Sarebbero già scattate alcune denunce. Il pestaggio avvenuto la notte tra il 25 e il 26 aprile, in via Lungo Temo.

Prima uno spintone, poi gli insulti per il colore della sua pelle, secondo quanto hanno raccontato alcune persone che hanno assistito alla scena. E il figlio assisteva inerme alle botte contro la madre, incapace di difenderla davanti al branco di razzisti.
Sull'episodio indagano i Carabinieri della Compagnia di Macomer che stanno cercando di risalire agli autori del gesto. Secondo i militari, come ha riportato ‘L'Unione Sarda', non ci sarebbero elementi al momento per affermare che la violenza possa essere esplosa per motivi razziali.

Ieri mattina il sindaco Luigi Mastino è andato a trovare la donna in ospedale: "Mi ha raccontato ciò che è accaduto – ha detto il primo cittadino – l'hanno percossa davanti al figlio minore per due euro di differenza fra ciò che lei aveva chiesto e ciò che quelli pretendevano di pagare. Viviamo tempi difficili, dove anche chi governa dovrebbe essere consapevole che le parole possono essere pietre e che, una volta lanciate, possono produrre effetti disastrosi".

"Mi ha detto che dev'essere grata ai bosani che l'hanno soccorsa e si sono premurati che le accadesse nulla di più grave, consolando il suo figlio. Questa violenza non appartiene alla nostra città e mi auguro che i carabinieri possano accertare al più presto quanto accaduto e le responsabilità di chi ha compiuto questo gesto vergognoso, estraneo allo spirito di una festa che è incontro e socializzazione", ha concluso il sindaco.

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