Omicidio Yara Gambirasio, per la prima volta la difesa di Bossetti accederà ai Dna raccolti durante l’indagine

Ci sono novità nel caso di Yara Gambirasio e per Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della 13enne.
Il Tribunale di Bergamo ha deciso che la difesa dell'uomo avrà a disposizione, per la prima volta, il profilo genetico della vittima e tutti quelli raccolti (circa 25mila) per arrivare a identificare Ignoto 1, oltre alle foto in alta definizione degli indumenti che indossava la ragazza.
Viene così reso esecutivo un provvedimento del 27 novembre 2019 della Corte di Assise. L'autorizzazione arriva a 6 anni di distanza dalla richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini.
Non si tratta dell'accesso all'analisi dei reperti ma di un permesso che potrebbe risultare ugualmente fondamentale in vista di un eventuale richiesta di revisione del processo.
"Ci siamo arrivati molto lentamente, ci sono voluti "solo" sei anni. – ha detto il difensore Claudio Salvagni a Fanpage.it commentando la notizia – Qualcuno direbbe: ‘Eppur si muove'… Potrebbe essere un primo passo verso la revisione".
La 13enne scomparve il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, e venne trovata morta il 26 febbraio 2011. Bossetti è stato condannato in via definitiva nel 2018, ora è detenuto nel carcere di Bollate.
Il dispositivo firmato il 17 giugno scorso – il cui contenuto è stato diffuso dall'Adnkronos – detta i tempi (entro 30 giorni) che la polizia giudiziaria ha per acquisire i reperti conservati al Ris di Parma e alla Polizia scientifica – Lombardia e soprattutto l'elenco di quanto concesso nell'ambito delle indagine difensive.
Documenti che lo stesso Tribunale riconosce come "non acquisiti al fascicolo dibattimentale" e aventi "anche il carattere della potenziale novità della prova". Nelle mani del consulente di Bossetti finiranno così immagini e dati scientifici a lungo negati.
L'elenco comprende "copia del dvd contenente le immagini fotografiche ad alta risoluzione effettuate dal Ris di Parma relative a tutti i reperti dagli stessi analizzati; i risultati di tutte le caratterizzazioni genetiche effettuate (campioni di riferimento e tracce), anche in forma anonima, su qualsivoglia supporto, sia esso cartaceo o digitale".
La difesa di Bossetti spera che le immagini ad alta definizione possano restituire aree di interesse sugli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, il Dna della vittima e dell'allora Ignoto 1, considerata la prova regina contro Bossetti.
Ma la massima attenzione del genetista nominato dalla difesa di Bossetti, Marzio Capra – anche consulente della famiglia di Chiara Poggi -, sarà anche sui leggings che Yara Gambirasio indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa, o sul giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d'Isola dove è stata trovata morta tre mesi dopo.
Dallo studio delle foto potrebbero emergere spunti che potrebbero trovare conferma con l'eventuale analisi sugli indumenti, ancora oggi custoditi in una scatola. Nei materiali ci saranno anche gli elettroferogrammi, la rappresentazione grafica dei dati ricevuti dalla macchina di analisi del Dna.
Le sequenze, quelle della vittima e di tutti gli uomini sottoposti a tampone nella lunga caccia all'assassino da parte della Procura di Bergamo, potrebbero mostrare anomalie o picchi sottovalutati.
Si tratta di decine di migliaia di grafici il cui studio, ritengono i difensori, potrebbe riscrivere il risultato della traccia '31G20′.
Quel "mezzo Dna" (il mitocondriale non corrisponde a quello del condannato, ma solo il nucleare, ndr), su cui, come disse in aula l'avvocato Salvagni "è stato chiesto un atto di fede", visto che la difesa di Bossetti non ha mai avuto accesso ai dati.