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Omicidio o suicidio? Tutto quel che non torna nel mistero della morte di Liliana Resinovich

Nonostante il referto autoptico, resta ancora avvolta nel mistero la morte di Liliana Resinovich. Analizziamo con la lente di ingrandimento le due ipotesi investigative: omicidio e suicidio.
A cura di Anna Vagli
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La morte di Liliana Resinovich resta ancora avvolta nel mistero. Non è infatti bastato il referto autoptico per dare risposte certe in ordine alle cause e alle modalità della sua morte. Tanto è vero che la procura ha fatto sapere che il fascicolo processuale resta ancora aperto a carico di ignoti per l’ipotesi di reato di sequestro di persona di cui all’art. 605 del Codice penale.

Quando manca la pistola fumante, nei casi di morte sospetta, bisogna essere molto cauti nella ricostruzione delle piste investigative. E su questo tracciato si stanno muovendo gli inquirenti.

Senza lasciare nulla al caso ma senza declinare pericolosamente l’indagine al singolare nei confronti del marito Sebastiano. Che, ad oggi, non risulta essere iscritto nel registro degli indagati.

Seppur, infatti, le modalità di ritrovamento del corpo della donna rendano inconcepibile l’ipotesi suicidiaria, la casistica non esclude che chi si determina nel compiere l’estremo gesto autolesionistico possa prediligere modalità non considerate usuali. Ultima, in ordine di tempo, ricordo quella prescelta la scorsa estate dallo studente Francesco Pantaleo, che si è tolto la vita in uno dei modi più barbari, inaspettati ed atroci: dandosi fuoco. Nessuno, in quella circostanza, aveva minimamente preso in debita considerazione quell’ipotesi. Fino agli esiti dell'autopsia.

Per questo, per Fanpage.it, ho dato una lettura critica – e se vogliamo tecnica – di tutti gli elementi fino ad oggi al vaglio degli inquirenti.

Gli orari

Quel che, almeno per il momento, appaiono inconfutabili sono i riscontri relativi ai movimenti di Liliana la mattina del 14 dicembre 2021. Giorno della sua scomparsa.

Alle ore 08.22 Liliana ha effettuato una telefonata all’amico Claudio avvertendo che quel martedì avrebbe ritardato rispetto al loro solito appuntamento, dovendosi recare al negozio di telefonia Windtre. A seguire, alle ore 08.30, la fruttivendola di paese si dice certa di averla vista passare. Quaranta minuti dopo, alle ore 09.20, Liliana però non ha risposto al messaggio del fratello. Di lei, da quel momento, non si avrà più alcuna notizia. La prima chiamata di Claudio, insospettito, è arrivata alle 10.45. Nessuna risposta. Come nessuna risposta avrà la chiamata delle 11.30.

Secondo quanto dichiarato, Sebastiano, invece, è uscito di casa alle 07.40 per effettuare delle consegne. Alle ore 09.20 si è recato al magazzino e ci è rimasto sino alle 11.30 quando è uscito in bici per provare la nuova telecamera. Alle 13.30 è rientrato a casa per pranzo, ma Lilli non c’era. L'uomo è uscito nuovamente di casa nel pomeriggio per farvi rientro alle 16.15. Non effettuerà la denuncia di scomparsa prima delle 22.00.

Cosa ci racconta il corpo di Lilli

Il corpo di Liliana Resinovich è stato rinvenuto in un boschetto limitrofo all’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Era in posizione fetale, racchiuso in due sacchi neri della spazzatura, e con il capo infilato in due sacchetti di nylon chiusi al collo ma non stretti.

A dispetto del tempo, il corpo era ben conservato, fatta ad eccezione della testa, i sacchi neri che lo avvolgevano non erano particolarmente usurati dal maltempo così come non eccessivamente deteriorati erano i sacchetti che aveva intorno alla testa.

Al momento del ritrovamento Lilli indossava una giacca grigia, pantaloni scuri, al polso il suo orologio rosa, in piedi aveva ancora le scarpe, in tasca le chiavi di casa e ancora portava gli occhiali. Alla tracolla aveva una borsetta scura vuota: senza cellulare né documenti.

A rigore di logica, essendo uscita senza soldi, documenti e telefoni cellulari, non può essersi trattato di un allontanamento volontario. Anche in considerazione delle modalità di rinvenimento del cadavere. Questo dato porta sicuramente ad escludere che un soggetto terzo, estraneo quindi alla cerchia di parenti ed amici, possa averla aggredita nel bel mezzo di una passeggiata che obiettivamente non era stata concepita come fine a sé stessa.

La causa di morte

Il referto autoptico ha imputa la causa di morte a uno “scompenso cardiaco acuto”, sottolineando la necessità di procedere nella direzione di ulteriori accertamenti. Un simile esito, pertanto, non ha determinato neppure la rubricazione del fascicolo processuale, che resta aperto a carico di ignoti per l’ipotesi di sequestro di persona a norma dell’art. 605 c.p.

L’autopsia nel dettaglio

L’esame autoptico è stato in grado di escludere segni di violenza sul corpo. Di conseguenza, sulla base delle risultanze emerse in sede di autopsia, è stato possibile eccettuare che sia stata accoltellata o strangolata. Resta unicamente in piedi la causa di morte riconducibile al soffocamento. Tuttavia, anche sul punto, il medico legale incaricato del caso, non ha rilevato segni riconducibili alla morte di matrice asfittica. Segni che, da letteratura, nella maggior parte dei casi appaiono fin da subito evidenti. Pertanto, per ragionare in termini di certezza, si attende anche l’esito dell’esame istologico. Su tutti, però, saranno dirimenti le analisi tossicologiche.

Le analisi tossicologiche

Procedendo per esclusione, dunque, sarà utile vagliare l’eventuale assunzione di droghe, farmaci o altra tipologia di sostanza letale. Assunzione che potrebbe essere avvenuta in maniera spontanea o attraverso ingannevole somministrazione. I risultati delle analisi non saranno pronti prima di un mese.

L’ipotesi suicidiaria

 Seppur possa sembrare una modalità anomala, non può sottacersi come non manchino nella casistica episodi inusuali nell’attuare l’estremo gesto autolesionistico. Certo, vengono considerate come modalità canoniche per togliersi la vita l’impiccagione o il gettarsi nel vuoto. Ma, come dicevano, non mancano le eccezioni. Come chi si priva della vita gettandosi da un palazzo, ma soltanto dopo essersi tolto gli occhiali per paura di romperli, o circostanze nelle quali, come nel caso di Francesco Pantaleo, a memoria ultimo in ordine di tempo, si fa ricorso ad una delle modalità per attuare l’estremo gesto più atroci e non contemplabili allo stesso tempo: darsi fuoco.

Sicuramente, ciò che può sembrare una nota stonata, è la mancata percezione di un simile profondo disagio emotivo da parte di tutte le persone vicine a Lilli. Un disagio tale da indurla a privarsi della sua esistenza. Ma è altrettanto vero che i suicidi non sono quasi mai annunciati. Quindi, un altro elemento appare inconfutabile: il mancato riscontro di violenza agita sul corpo lascia ampiamente aperta la pista suicidiaria.

Le indagini proseguono a 360 gradi

Sebbene negli ultimi anni ci sia una tendenza diffusa a prediligere quelle di matrice scientifica, le indagini dovrebbero sempre diramarsi anche in altra direzione: quella tradizionale. Un’investigazione, quest’ultima, fondata sulle risultanze testimoniali, dirette ed incrociate, sull’approfondimento delle abitudini di vita dei soggetti coinvolti nonché sull’analisi intersecata dei dati forniti dai telefoni cellulari, dai tabulati e dalle telecamere. Elementi questi ultimi che, unitamente ai movimenti di quel giorno, possono contribuire a fornire riscontri oggettivi e strumentali per indirizzare verso una pista solida e quanto più rispondente al vero.

Le analisi sui reperti

La polizia scientifica è chiamata ad effettuare rilievi sia sui sacchi della spazzatura che avvolgevano il corpo di Lilli, sia sulle buste della spesa che ne avvolgevano il capo. Tali reperti, in particolare il confezionamento, saranno fondamentali nel dimostrare da chi sono stati toccati, l’eventuale presenza di impronte dattiloscopiche, papillari e l’eventuale presenza di tracce biologiche. Da cui isolare un Dna diverso da quello della donna. 

La denuncia

Sebastiano, marito di Lilli, ha effettuato la denuncia di scomparsa soltanto alle 22:00.  E lo ha fatto dopo che i vicini di casa, allarmati da Claudio, si sono recati nella loro abitazione a chiedere conto sulla mancanza da casa di Liliana.

Quando si riferisce l’orario in termini di scomparsa, difatti, la denuncia diviene fondamentale in termini investigativi. Da tale angolo di visuale, è chiaro che sia una denuncia effettuata in un lasso temporale breve – come nel delitto di Temù – sia una denuncia tardiva, sono in grado di sollevare qualche sospetto su chi la effettua. Anche in questo senso, perciò, saranno più che mai fondamentali le indagini tradizionali per venirne a capo. Perché il fatto che Sebastiano abbia denunciato la sparizione della moglie soltanto in tarda serata getta ombre sul suo ruolo in ordine ad un eventuale delitto, ma è anche vero che sarà utile verificare quali erano le abitudini di vita e relazionali della coppia. È possibile, infatti, che i due non vivessero prettamente in simbiosi e fossero abituati a passare momenti prolungati separati l’uno dall’altro.

Il mistero della borsetta

 Il corpo di Liliana, come detto, è stato rinvenuto una borsetta scura. Vuota. Il marito, a qualche settimana dalla scomparsa, ha raccontato di rinvenuto in una borsa riposta nell’armadio tutti i suoi effetti personali. Un dettaglio non di poco conto è il colore della borsa medesima: chiara. Infatti, stando sia ai racconti delle amiche, sia alle fotografie disponibili, Liliana era solita indossare borse chiare solamente in estate. Mentre in inverno indossava prettamente borse scure. Come quella rinvenuta sul suo cadavere. Perché, allora, avrebbe riposto tutti i suoi effetti personali in una borsa beige se non la utilizzava mai in inverno?

I rapporti con l’amico Claudio

Da settembre 2021, Liliana e Claudio si vedevano con cadenza settimanale:  il martedì. I due, che solo qualche giorno dopo la scomparsa  avrebbero dovuto festeggiare l'anniversario della loro conoscenza, si erano incontrati nuovamente dopo anni al cimitero proprio nel mese di settembre. Liliana, infatti, si recava in visita dai genitori e Claudio in visita della moglie. Da quel momento, tra di loro, sarebbe nuovamente scoccata la scintilla. Di questa liason amorosa, vera o presesunta, però, il marito Sebastiano ne era completamente allo scuro.

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