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Omicidio Nada Cella, la mamma Silvana Smaniotto: “È come se l’avessero uccisa un’altra volta”

La mamma di Nada Cella, Silvana Smaniotto, ha commentato in un’intervista la decisione del tribunale di Genova di non rinviare a giudizio Annalucia Cecere, unica indagata per l’omicidio della figlia. La segretaria aveva 24 anni quando fu uccisa nel 1996 a Chiavari. “Nessuno può capire quello che ho passato in questi anni e in questo periodo”, ha detto la donna.
A cura di Eleonora Panseri
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Nada Cella e sua mamma Silvana
Nada Cella e sua mamma Silvana
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Dopo che il tribunale di Genova ha deciso di non rinviare a giudizio Annalucia Cecere, unica sospettata dell'omicidio di Nada Cella, la segretaria 24enne uccisa nel 1996 a Chiavari, nello studio del commercialista dove lavorava, la mamma della ragazza, Silvana Smaniotto, ha parlato ai microfoni del programma Rai Storie italiane.

“È come se l’avessero uccisa un’altra volta”, ha detto alla giornalista che l'ha intervistata. “Io non sento molto bene”, ha spiegato la signora, “al momento della sentenza avevo mia nipote di fianco, si è messa a piangere e mi ha detto: ‘Nonna, è finita’. A quel punto è come se ci avessero buttato addosso un masso, ci hanno uccisi tutti quanti”.

Insieme a Cecere, erano stati accusati di false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento Marco Soracco, datore di lavoro di Cella, e sua madre, Marisa Bacchioni. Anche loro sono stati prosciolti. La sentenza di non luogo a procedere emessa alcuni giorni fa sarebbe stata motivata dalle nuove disposizioni introdotte con la riforma Cartabia, dal fatto che gli elementi raccolti dall’accusa sono stati considerati insufficienti ad arrivare a una "ragionevole previsione di condanna".

Non capisco perché nessuno si difende e dice: ‘Non sono stato io’, mi sarei aspettata una reazione. È stupido pensare che tra quelli che hanno vinto, in tutti questi anni, nessuno è uscito a difendersi. Secondo me, se uno è innocente si difende, io lo urlo ai quattro venti che non sono stata io, se mi accusano ingiustamente di qualcosa, non si nasconde dietro un dito. Perché non ci mettono la faccia?”, ha detto ancora la signora Silvana, parlando dei tre indagati.

Nessuno può capire quello che ho passato in questi anni e in questo periodo. Io dico una cosa: ognuno è fatto a modo suo, ma la cosa che condanno subito, è che Soracco ha avuto una ragazza per 5 anni nell’ufficio e quando l’hanno massacrata lui era lì, come ha fatto a non avere una reazione? – ha aggiunto la madre di Nada riferendosi al suo datore di lavoro – Non ci ha telefonato, non ci ha avvisato, non è andato in ospedale, come se niente fosse. È una persona umana una che si comporta così?”.

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