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Omicidio di Nada Cella

Omicidio Nada Cella, il marito di Annalucia Cecere: “Mai alzato le mani con me, conosceva Soracco di vista”

Durante l’udienza odierna del processo per l’omicidio di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco a Chiavari nel 1996, ha reso la sua testimonianza Lorenzo Franchino, marito dell’ ex insegnante Anna Lucia Cecere. La donna è la principale imputata, accusata di aver assassinato la ragazza. “Mia moglie conosceva Soracco di vista, lei non mi ha mai alzato le mani”, ha detto l’uomo.
A cura di Eleonora Panseri
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Nuove dichiarazioni in aula durante l'udienza del processo per l'omicidio di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco a Chiavari nel 1996. Oggi ha reso la sua testimonianza Lorenzo Franchino, marito dell' ex insegnante Anna Lucia Cecere, la principale imputata.

Secondo l'accusa, infatti, la donna avrebbe assassinato la 25enne per motivi di gelosia poiché invaghita di Soracco, anche lui ora a processo per favoreggiamento. "Mia moglie mi disse che conosceva Soracco di vista, forse lo aveva visto una volta a ballare", ha detto Franchino.

"Mi disse da subito, nel 1997, quando ci conoscemmo, che era stata perquisita. Ma poi non ne parlammo più fino al 2021, quando siamo stati convocati in questura per la riapertura delle indagini", ha aggiunto l'uomo.

"Quando siamo stati chiamati – ha spiegato ancora Franchino – non sapevamo il motivo. Io mi arrabbiai moltissimo perché perdevo una giornata di lavoro".

In aula il marito di Cecere ha parlato anche di alcuni insulti e minacce ricevuti dalla moglie durante conversazioni intercettate e inserite agli atti del procedimento. L'uomo però ha negato il carattere violento della moglie: "Litigavamo perché era stato rovinato un mobiletto. Ma non mi ha mai alzato le mani o spaccato oggetti in casa", ha precisato.

Anche l'amica dell'ex insegnante, Maria Stella Favata, è stata chiamata a testimoniare. La donna ha sottolineato come "Anna Lucia le parlò di Soracco dicendo che non lo trovava per nulla interessante, anzi disse che era un Tersite (personaggio che nell'Iliade di Omero rappresenta l'anti eroe per la sua bruttezza e codardia, ndr).

"C'era rimasta male che le fosse stato affibbiato questo interesse per lui", ha ricordato. Al processo ha parlato un ex fidanzato della donna, Alexandre Vernengo.

"Mi chiamò una mattina di maggio del 1996 ed era sconvolta perché le avevano perquisito casa ed era sospettata dell'omicidio. le chiesi se c'entrasse qualcosa e le mi rispose risentita ‘Ma stai scherzando?", ha raccontato.

La difesa di Soracco ha inoltre citato la docente universitaria Rosella Levaggi che durante l'udienza ha confermato come ci fosse lei, e non Cecere, al pranzo al lago di Rigopiano avvenuto prima dell'omicidio.

Pochi mesi dopo il ritrovamento del corpo della 24enne, Cecere si trasferì a Cuneo, dove vive tuttora.

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