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Nozze combinate in India annullate in Italia. L’avvocato: “Un caso Saman a lieto fine”

“Consenso alle nozze estorto con violenza”. Con questa motivazione il Tribunale Civile di Modena ha annullato un matrimonio combinato che i familiari di una donna indiana residente nella provincia emiliana avevano imposto alla figlia.
A cura di Davide Falcioni
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"Consenso alle nozze estorto con violenza". Con questa motivazione il Tribunale Civile di Modena ha annullato un matrimonio combinato che i familiari di una donna indiana residente nella provincia emiliana avevano imposto alla figlia, costretta a sposarsi nel 2017 con un uomo indiano residente in India.

Quell'unione è stata però annullata, dal momento che alla 29enne venne imposta contro la sua volontà. Con una sentenza firmata dal giudice Eugenio Bolondi è stata accolta la richiesta della donna, rappresentata dall’avvocato Davide Ascari. "Sì, è vero – ha affermato il legale -. Ci sono tante similitudini con il caso Saman, ma questa volta siamo intervenuti in tempo. E anche i genitori, dopo diversi anni, qualche passo indietro lo hanno fatto. Oggi vivono in Germania e lei, la figlia, potrà finalmente unirsi con il giovane, di origini indiane, che ha conosciuto qui a Modena".

Fortunatamente la giovane, all’epoca dei fatti 24enne, ha avuto l'astuzia di prendere alcune contromisure quando ha realizzato che il suo matrimonio era stato deciso dalle due famiglie benestanti: la sua di italiani con origini indiane e quella del marito scelto di indiani residenti nel Paese asiatico.

La ragazza ha infatti registrato con dispositivi audio e video il futuro che i genitori stavano stabilendo per lei. In una di queste registrazioni si può sentire suo padre che parla con il padre dello sposo dicendo di essere disposto a tutto per risolvere la situazione, perfino ad uccidere quella figlia che si opponeva alle nozze combinate. Proprio per questa ragione esiste anche un filone penale, sempre a Modena, dove il padre della donna è indagato per minacce aggravate.

Il matrimonio venne celebrato nel 2017 in India nonostante la contrarietà della 24enne. Dopo essere tornati in Italia, la ragazza fece capire alla famiglia di non avere nessuna intenzione di proseguire in quella vita decisa per lei. Cominciarono quindi le minacce di morte e, in seguito, una denuncia in sede civile da parte della giovane per ottenere l’annullamento del matrimonio registrato negli atti dello Stato civile del Comune della Bassa modenese dove la donna vive.

La sentenza è arrivata nei giorni scorso. Il giudice ha messo in risalto come la donna abbia "radicato il presente giudizio domandandone l’annullamento lamentando di essere stata costretta a sposarsi a causa di gravi minacce ricevute dalla propria famiglia di origine, specialmente dal padre. Ha precisato di non aver mai avuto rapporti sessuali con il marito, e dunque di non aver mai coabitato con lui successivamente al matrimonio, nonostante i tentativi di quest’ultimo anche di usare violenza nei suoi confronti; ha inoltre evidenziato di aver ricevuto gravi minacce sia dalla propria famiglia di origine che da quella del marito anche dopo la celebrazione del matrimonio e di aver sporto querela per tali fatti".

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