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Non si impegnano, padre rifiuta assegno di mantenimento ai figli e il giudice gli dà ragione

Il Tribunale Civile di Verona che ha accolto le richieste di un padre che non intendeva mantenere oltre i due figli di 24 e 22 anni che vivono ancora con la madre, separata dall’uomo. Nel caso specifico infatti i due non hanno concluso gli studi superiori né si sono impieganti nel trovare un lavoro.
A cura di Antonio Palma
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I figli che non si impegnano né a scuola né al lavoro non hanno diritto ad alcun assegno di mantenimento da parte dei genitori anche se n privi dell'autonomia economica. A ribadirlo è una sentenza della prima sezione del Tribunale Civile di Verona che ha accolto le richieste di un padre che non intendeva mantenere oltre i due figli di 22 e 24 anni che vivono ancora con la madre, separata dall'uomo. Nonostante la maggiore età, infatti, i due non si sarebbero impegnati per nulla nel loro percorso di formazione, né per quanto riguarda l'istruzione né per quanto riguarda il lavoro, così quando la madre ha chiesto al marito un contributo al mantenimento dei figli in sede di separazione, l'uomo ha contestato la richiesta. Dopo aver valutato il caso specifico, i giudici veneti gli hanno dato ragione.

Secondo il tribunale infatti anche se è vero che "Il diritto del figlio maggiorenne al mantenimento si giustifica nei limiti del perseguimento di un progetto educativo e di un percorso di formazione, nel rispetto delle sue capacità, inclinazioni e aspirazioni” questo però deve essere “compatibili con le condizioni economiche dei genitori e con criteri proporzionalmente crescenti in rapporto all’età dei figli”. Nel caso specifico, secondo il Tribunale, mancano i presupporti per il mantenimento perché "A fronte di un percorso scolastico non portato avanti, nonostante l’età, non ancora concluso”, i due ragazzi non hanno “nemmeno colto concrete occasioni per inserirsi nel mondo del lavoro e conseguire la propria indipendenza economica”.

Il caso dei mantenimento verso figli maggiorenni resta ancora molto controverso dal punto di vista della legge. In diverse occasioni i tribunali hanno imposto ai genitori il pagamento di assegni anche nei confronti di figli ultra trentenni perché con lavori saltuari. In altre occasioni invece la cassazione ha dato ragione ai genitori, spiegando che quando il percorso formativo è ampiamente concluso, la condizione di persistente mancanza di autosufficienza economico reddituale costituisce un indicatore di inerzia colpevole.

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