Nessuno vuole vivere in questo paese del Trentino: neppure con 100mila euro per ristrutturare la casa

C’è tempo fino all’8 settembre per partecipare alla seconda finestra del bando anti-spopolamento della Provincia di Trento, un’iniziativa volta a incentivare il recupero e la riqualificazione degli immobili nei 32 comuni trentini più a rischio di abbandono. Nella prima fase, conclusa lo scorso 30 giugno, sono arrivate ben 291 domande, in gran parte da giovani under 45, molti dei quali originari del Trentino. Una risposta incoraggiante che però ha visto un’unica eccezione: il piccolo comune di Sagron Mis, incastonato tra le montagne del Primiero, al confine con il Veneto, è rimasto al palo. Nessuna richiesta ufficiale è arrivata per accedere ai contributi, che possono arrivare fino a 100.000 euro per chi ristruttura o acquista un’abitazione in queste aree marginali.
Il sindaco Marco Depaoli, appena riconfermato alla guida del paese che conta 170 abitanti, non si mostra preoccupato. "Non farei drammi. È solo un primo passaggio", commenta al Corriere del Trentino, sottolineando che ci sono stati contatti informali, richieste di chiarimenti, e un interesse diffuso:
Una quindicina di persone si sono rivolte ai nostri uffici per capire come funziona il bando. È un buon inizio. Ora lavoriamo sulla promozione del territorio e sulla consapevolezza delle opportunità".
Il nodo principale, però, resta quello del mercato immobiliare. A Sagron Mis non c’è abbondanza di case disponibili: appena una quindicina risultano in vendita, e molte abitazioni sono seconde case che difficilmente i proprietari intendono cedere. "Serve un cambiamento culturale — spiega Depaoli —. Dobbiamo incentivare le persone a investire nel nostro territorio, ma per farlo è necessario che anche chi possiede immobili inizi a vedere il potenziale della vendita o della ristrutturazione con contributo pubblico".
Nel frattempo, il Comune si sta attivando su più fronti. È già stato completato il collegamento alla banda larga, uno dei primi passi per attrarre nomadi digitali in cerca di una vita lontana dal caos urbano.
In un’epoca in cui le città soffocano per il caldo e lo stress, Sagron Mis può offrire un’alternativa autentica. Qui si vive bene, il contesto è bellissimo e rispettato. Ma per attirare nuove famiglie servono anche servizi essenziali".
Ed è proprio su questo fronte che si gioca un’altra partita cruciale: quella della sanità. "Ci manca un medico di base, ed è un problema che riguarda molte zone del Trentino — ammette il sindaco —. Ma stiamo cercando soluzioni. Perché senza servizi, senza lavoro, senza prospettive concrete, la gente non si trasferisce. Il bando è un messaggio positivo, ma va integrato con politiche più ampie di sviluppo".
La speranza ora è che a settembre la risposta sia diversa.
Non abbiamo fretta di accaparrarci persone — ribadisce Depaoli —, vogliamo fare le cose con criterio, dare le giuste informazioni e valutare anche eventuali aggiustamenti con la Provincia. È naturale che nella prima fase abbiano risposto soprattutto i comuni con più mercato e più urgenza. Ma noi ci siamo, ci crediamo, e lavoriamo per esserci nella prossima".
Intanto, il bando continua a suscitare interesse anche fuori regione e persino all’estero: due domande sono arrivate da Bruxelles e Edimburgo, e il 60% di quelle totali riguarda immobili nei centri storici. Segno che il desiderio di tornare o trasferirsi nei borghi esiste, ma va accompagnato con le giuste condizioni. Sagron Mis, con le sue montagne e il suo silenzio, aspetta pazientemente il suo momento.