Neonata rapita a Cosenza, a che punto sono le indagini su Rosa Vespa: è in corso la perizia psichiatrica

Resta al momento in carcere Rosa Vespa, la donna di 52 anni arrestata il 21 gennaio dopo aver rapito una neonata da una clinica di Cosenza. La piccola fortunatamente dopo poche ore era di nuovo nelle braccia dei suoi genitori. Stando a quanto riportato da fonti a Fanpage.it, la sua avvocata Teresa Gallucci sta attendendo ancora la decisione del giudici sul ricorso sull'ordinanza del gip con la quale si confermava la compatibilità col regime carcerario. Intanto in queste settimane l'indagata si è sottoposta alla perizia psichiatrica disposta dalla Procura: il consulente nominato dal pubblico ministero Antonio Bruno Tridico nella sua relazione dovrà accertare se al momento dei fatti Rosa Vespa fosse capace di intendere e di volere. Non è chiaro a che punto siano gli incontri con lo psichiatra: la difesa potrà venirne a conoscenza dei risultati del medico non prima della chiusura della indagini.
In queste ultime settimane inoltre l'indagata è stato sottoposta ai colloqui e ai test con i consulenti della sua difesa e della Procura, ma non ai colloqui con i consulenti dei legali della famiglia della neonata. Stando a quando spiegato da fonti di Fanpage.it, Rosa Vespa aveva in un primo momento acconsentito a un colloquio clinico e strumentale con gli psicologi della famiglia della neonata. Come chiesto dalla difesa dei genitori della neonata e come aveva già autorizzato il giudice. Poi Rosa Vespa ha ritrattato: "Dopo colloquio telefonico con il mio legale di fiducia dichiaro di revocare il precedente consenso prestato rifiutando quindi il colloquio clinico-strumentale autorizzato dal giudice. Non ho altro da aggiungere", come si legge nel verbale della sua dichiarazione spontanea dello scorso 6 giugno. Ma cosa era successo lo scorso 21 gennaio?
La donna aveva finto con la famiglia di essere incinta tanto che più volte si era fatta accompagnare alla clinica Sacro Cuore di Cosenza per tutti gli accertamenti del caso. Prima di entrare convinceva il marito o l'accompagnatore del giorno a restare in auto. Nei giorni precedenti al rapimento inoltre era entrata più volte sempre nella clinica, forse per fare un sopralluogo dei locali. Ma tutto dovrà essere ancora accertato. Fino al giorno del finto parto: si era fatta accompagnare nella clinica per poi trascorrere la notte in un hotel della zona, tutto all'insaputa della sua famiglia.
Avrebbe raccontato a suo marito – che risulta comunque anche lui indagato – e ai suoi parenti che il bimbo aveva avuto dei problemi e doveva restare in osservazione quando lei poteva a tronare a casa. Infine il 21 gennaio: ha raccontato che il piccolo poteva essere dimesso e una volta in clinica si era finta un'infermiera e avrebbe rapito una bimba per poi raggiungere il marito in macchina. Intanto a casa gli altri parenti avevano organizzato una festa di benvenuto interrotta dalla polizia di Cosenza che, una volta che la madre ha lanciato l'allarme in clinica, si era messa alla ricerca della neonata ritrovata fortunatamente poco dopo. I poliziotti avevano subito visionato le immagini delle telecamere di video sorveglianza della struttura sanitaria ed erano riusciti a risalire a Rosa Vespa. Ora sono in corso ancora tutti gli accertamenti del caso. Resta indagato il marito di Rosa Vespa anche se poco dopo l'arresto era stato scarcerato: il 43enne nigeriano si era sempre professato innocente dicendo che la moglie avrebbe fatto tutto da sola.