Nel casale isolato nel bosco spunta famiglia con 3 bimbi senza luce né acqua: “Preserviamo rapporto uomo natura”

Un’intossicazione da funghi raccolti nei boschi dell’Abruzzo ha portato alla scoperta di un’intera famiglia con figli piccoli all’interno di un casale sperduto e malridotto, isolata dal mondo esterno senza luce e acqua corrente. Si tratta di una coppia di origine britannica che con i tre figlioletti tra i 6 e gli 8 anni ha deciso di stabilirsi nell’area del casolare, in un bosco del Vastese, piazzando anche alcune roulotte con l’intenzione di vivere il più lontano possibile dalla città.
Una situazione che, come ricostruisce il Centro, va avanti ormai dallo scorso anno, quando la scoperta casuale del nucleo famigliare ha portato all’intervento dei servizi sociali e poi dell’autorità giudiziaria. Dopo il ricovero per l’intossicazione, sul posto è stato effettuato un sopralluogo da cui sarebbe emerso un contesto di forte criticità. Il casale definito fatiscente e la mancanza di acqua e bagni, unita alla totale mancanza di istruzione scolastica dei piccoli, infatti ha messo in allarme le autorità del posto che si sono mobilitate per dare sostegno.
I tentativi di avvicinamento di assistenti sociali e psicologi, però, si sono rivelati un fallimento perché l’intera situazione in realtà non è frutto di problemi economici ma voluta dalla coppia. Secondo i servizi sociali, i genitori si sono trasferiti nella zona isolata e nel casolare fatiscente e non agibile per applicare i principi dell’un-schooling, l’educazione a casa, non permettendo ai figli di frequentare liberamente altri bambini perché ritenuti influenzabili.
Tra i vari tentativi di dialogo, il caso nell’aprile scorso è finito cosi sulla scrivania del magistrato della procura per i minorenni dell’Aquila con una relazione allarmante. Secondo gli assistenti sociali, la famiglia vive in due piccole roulotte senza bagni ne elettricità con solo una stufa a legna e materassini a terra per dormire. Non solo, a preoccupare è il grave isolamento, con i minori che non frequentano la scuola né altre attività e soprattutto non avrebbero nemmeno un medico.
La famiglia però si difende e attraverso un legale sottolinea che non c’è violenza e i piccoli stanno bene, rivendicando una “scelta di vita" per “preservare il rapporto tra uomo e natura” per evitare una società “avvelenata”. “Non si è in presenza di violenza", né di quel "disagio o devianze che caratterizzano certi nuclei familiari", ha spiegato l’avvocato, aggiungendo che i genitori sono economicamente indipendenti e che i piccoli stanno bene.
Ora la palla passa nelle mani dei giudici dopo che la procura minorile dell'Aquila ha chiesto un intervento urgente per "grave pregiudizio" nei confronti dei minori. Il pm ha chiesto l'affidamento dei tre bambini e una limitazione della responsabilità genitoriale per la coppia che però è pronta a difendersi in tribunale.
 
		 
  