Morte a Caracas del diplomatico italiano Monciatti, moglie: “Decesso legato a incarico”

Non ci sarebbe alcuna rapina dietro la morte del diplomatico italiano Mauro Monciatti, avvenuta a Caracas nel giugno scorso, ma un qualcosa legato al suo lavoro nel consolato italiano. È quanto sostiene la moglie dell'uomo, Valentina Novikova, che ora chiede l'intervento delle autorità italiane per fare piena luce sul decesso del marito, avvenuto in circostanze ancora tutte da chiarire. Il 63enne Mauro Monciatti fu ritrovato privo di vita il 4 giugno scorso nella sua abitazione del quartiere di Altamira della città venezuelana dove lavorava da circa tre mesi come alto funzionario del Consolato.
Dalle successiva autopsie sul corpo, disposte sia dall'autorità giudiziaria locale che da quella italiana, è stato stabilito che il decesso è avvenuto per infarto. L'inchiesta locale poi ha decretato che l'infarto era stato causato da un tentativo di rapina in casa, una delle tante registrate nell'ultimo periodo nel Paese sudamericano attraversato da una profonda crisi economica. Una versione che però non ha mai convinto la moglie del funzionario di origini senesi che ora chiede l'intervento del governo italiano per fare luce sul decesso.
"La morte di mio marito è legata all'incarico che svolgeva. Chiediamo l'intervento dello Stato e del Governo per un'indagine approfondita sull'incarico che svolgeva", ha dichiarato infatti la donna di origine bielorussa intervistata dai microfoni di Rtv38. Per Novikova "non è verosimile" la ricostruzione della rapina perché "dalla casa non è sparito niente". "C'èun forte silenzio diplomatico che avvolge l'accaduto" ha sottolineato la moglie di Monciatti.