Morta cadendo dalle scale dopo lite col compagno, dall’autopsia emerse “molte fratture. Non escluse percosse”

Si fa sempre più fitto il mistero sulla morte di Evelinndel Moori Chamorro, la cittadina peruviana di 30 anni deceduta la notte tra domenica e lunedì per la caduta per le scale dal sesto piano dopo una lite con il compagno, al momento indagato per omicidio preteritenzionale, in un condominio nel quartiere San Martino di Genova. Secondo quanto emerso dai primi risultati dell'autopsia, sarebbero emerse più fratture di quelle riscontrate al momento del primo esame sul posto, e cioè quella alla gamba e un'altra alla costola.
Pertanto – è una ipotesi su cui lavorano gli investigatori della squadra mobile – la donna potrebbe essere stata picchiata in modo brutale e poi forse scaraventata dalla balaustra. Il medico legale ha chiesto anche un approfondimento tramite le analisi istologiche. Analisi che serviranno a datare le fratture riscontrate e a capire se siano la conseguenza della caduta dalla tromba delle scale o se siano precedenti. I risultati verranno poi incrociati con quanto emergerà dagli interrogatori dei testimoni.
Una vicina, già sentita lunedì, ha raccontato di avere sentito prima delle urla provenire dalla casa e poi dei rumori di mobili spostati. Poi la lite sarebbe proseguita sul pianerottolo e infine avrebbe sentito un urlo e un tonfo sordo. In casa, in quel momento, oltre a Evelinndel e al compagno Marlo Stephano V. C., c'erano anche la sorella dell'uomo, il marito e il figlio.
Nelle prossime ore gli inquirenti proveranno a sentirli per capire cosa sia successo in quella casa. Il compagno (difeso dagli avvocati Chiara Mariani e Luca Barontini) è indagato per omicidio preterintenzionale. "Abbiamo litigato, fuori dalla porta ha urlato: ‘se non ti fermi mi butto'", è la versione dell'uomo, che gli inquirenti stanno cercando di verificare.
La madre della vittima, che continua a ribadire che la figlia non si sarebbe mai suicidata, ha raccontato che i due litigavano spesso proprio perché la cognata e la sua famiglia si erano installati in quella casa, messa a disposizione dal Comune per le famiglie in emergenza abitativa, senza avere detto nulla ai servizi sociali. Evelinndel faceva qualche lavoretto come badante dal 2017 e lunedì sarebbe dovuta tornare a lavoro.