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La medaglia sbagliata di Papa Francesco oggi è rara e vale migliaia d’euro

La medaglia in oro dedicata al pontificato di Bergoglio ha un errore. E diventa subito oggetto di culto fra i collezionisti di numismatica. Andrà all’asta con Bolaffi agli inizi di giugno insieme ad altri pezzi eccezionali come il 5 lire d’argento “aquila sabauda” che vale da solo 30mila euro.
A cura di Redazione
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Nonostante controlli accurati, equipe specializzate e computer, capita comunque di sbagliare. E così è nato l'errore nel conio della medaglia per il primo anno di pontificato di Papa Francesco. L'oggetto al pari delle monete rare è diventato subito di culto fra i collezionisti anche perché la medaglia di Papa Bergoglio è stata subito ritirata. Fa parte dei 1.700 lotti dell'asta numismatica Bolaffi in programma a Torino il 5 e 6 giugno 2014.

L'errore nella medaglia su Papa Francesco

La medaglia del pontificato fu coniata a ottobre 2013 con un errore, un refuso contenuto in un'incisione. Un "Lesus" al posto di "Jesus" (Gesù in latino). Insomma una "L" al posto di una "J" che ha fatto diventare la medaglia d'oro per il Papa argentino una sorta di Gronchi Rosa dei nostri giorni, visto che è la prima volta di un errore in una medaglia papale. L'oggetto ambito dai collezionisti è coniato in oro, argento e bronzo dall'Istituto Poligrafico e dalla Zecca di Stato e la base d'asta è di 3mila euro: ce ne sono meno di una decina in giro. Secondo gli esperti questa medaglia potrebbe diventare un caso della numismatica mondiale.

L'errore nella medaglia del Papa
L'errore nella medaglia del Papa

All'asta il 5 lire d'argento ‘Aquila sabauda' e l'80 lire d'oro di Vittorio Emanuele I del 1821

C'è anche una moneta tra le più belle e rare di Casa Savoia, il 5 lire d'argento ‘Aquila sabauda', all'asta. Si tratta di una moneta in argento coniata in 114 esemplari, con un'aquila araldica sul rovescio. Base d'asta sicuramente per pochi: i collezionisti potranno provare ad assicurarsela soltanto se entrano all'asta con almeno 30 mila euro. Ben rappresentata nel catalogo l'epoca sabauda, con una panoramica quasi completa delle monete del ‘re numismatico', Vittorio Emanuele III: c'è anche l'80 lire d'oro di Vittorio Emanuele I del 1821, uno dei migliori mai comparsi sul mercato, nel catalogo di 1.700 lotti, per un valore complessivo che supera il milione di euro e abbraccia un arco temporale vastissimo. E ancora: fra i reperti più antichi ci sono le dracme del Regno Tolemaico e gli aurei degli imperatori romani, per passare agli stati preunitari (il doppio ducato di Antegnate, coniato a Bologna con il ritratto di Giovanni Bentivoglio, lo scudo d'oro della Repubblica di Siena, datato 1551). Fra le coniazioni estere, si spazia in lungo e in largo sulla carta geografica: c'è un mohurs dell'India coloniale con l'effigie di Guglielmo IV, alcune monete brasiliane che vanno dalla seconda meta' del ‘700 a inizio ‘800 e il 5 ducati di Ferdinando d'Asburgo del 1644. "Potrebbe rivelarsi una delle sorprese della vendita anche una banconota cinese da 10 Yuan del 1953 – conferma Gabriele Tonello, esperto numismatico della casa d’aste -, fra le massime rarità". La carta moneta rappresenta un capitolo pieno di curiosità, come il Mille lire del Banco di Napoli del 1903 e il biglietto di Banca da 500 ‘Grande C', uno dei più pregiati del Regno d'Italia.

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