Minacce di morte, appostamenti sotto casa e chiamate anonime: l’incubo della 18enne Noemi

Minacce, appostamenti sotto casa e messaggi continui: da 7 mesi, Noemi, 18 anni, vive nel terrore. Nonostante le numerose denunce e l'intervento delle forze dell'ordine, nessuno è ancora riuscito a fermare lo stalker che da mesi tormenta l'adolescente e sua madre a Monreale (Palermo). Tutto è iniziato con alcuni profili falsi, creati con lo scopo di incuterle timore.
Lo stalker sconosciuto sembra sapere i dettagli della vita della ragazza e tutti i suoi spostamenti. Più di una volta le ha fatto capire di osservarla da vicino, probabilmente appostandosi nei pressi dell'abitazione nella quale vive con la mamma.
I primi messaggi sono arrivati da un profilo Instagram con il nome e il cognome della figlia di suo padre. "L'ho visto poco durante la mia infanzia. Ho scoperto solo in seguito che aveva un'altra famiglia" ha dichiarato l'adolescente perseguitata. "Un anno e mezzo fa ho provato a cercare il nome di mio padre online perché lo conosco poco e volevo capire chi fosse. Ho scoperto che era stato arrestato per associazione mafiosa, che ha scontato degli anni in carcere e che poi è morto".
In un secondo momento, le cruente minacce di morte hanno iniziato ad arrivare da un nuovo profilo Instagram, questa volta con il nome e il cognome del fratellastro. "I beni di mio padre sono stati sequestrati, ma ora è iniziato il dissequestro. Ho pensato che avessero saputo della mia esistenza, che fossero arrabbiati perché credevano potessi reclamare l'eredità. Non mi interessano quelle cose, la mia paura è quella di essere trascinata in vicende in cui io non c'entro nulla".
La storia della 18enne sotto minaccia
Noemi ha raccontato di aver sempre vissuto da sola con la madre e di aver avuto pochi contatti con il papà, che durante la sua infanzia è stato presente solo al momento della nascita e per il suo battesimo. Con il tempo, l'uomo ha iniziato a incontrare la figlia poche volte al mese solo per regalarle qualche giocattolo. "Ho capito che aveva un'altra famiglia quando l'ho incontrato in paese da bambina. Non ha voluto abbracciarmi, ha detto che non voleva affezionarsi a me. A mia mamma poi ha detto: ‘Tu sei in grado di crescere Noemi da sola, l'altra (donna ndr) no' ".
Un anno e mezzo fa, l'adolescente appena maggiorenne ha scoperto delle condanne per mafia del padre e del suo recente decesso. È qui che inizia il suo incubo: dal 7 maggio, Noemi ha iniziato a ricevere messaggi minatori da profili Instagram a nome dei due figli di suo padre, ma le chat a nome di profili falsi si sono presto moltiplicate. Dopo aver ricevuto un'email contenente foto di un garage, somme di denaro, droga e armi, Noemi ha sporto denuncia contro ignoti.
L'intervento delle forze dell'ordine non ha però cambiato molto: più volte i carabinieri si sono appostati nei pressi di casa della ragazza nel tentativo di acciuffare lo stalker, che però potrebbe non essere da solo. "Una volta hanno visto due persone scappare, hanno perlustrato l'area ma non li hanno trovati" ha ricordato Noemi. "Adesso io e mia madre ci sentiamo un po' abbandonate, perché anche loro sono stanchi. Ci dicono che sono ‘solo minacce', di continuare a condurre le nostre vite. Noi li chiamiamo di continuo, anche perché ogni sera vediamo le luci di una torcia e sentiamo rumori nei pressi di casa".
La madre di Noemi ha lasciato il lavoro pur di stare vicina in ogni momento della giornata, accompagnandola a scuola e aspettando la fine delle lezioni per riportarla a casa. Noemi, neanche a dirlo, ha smesso di frequentare gli amici e di uscire dalla sua abitazione, arrivando perfino a cambiare istituto scolastico dopo 4 anni. "Mi è stato detto che mettevo in pericolo i compagni così" ha ricordato.
Gli interventi delle forze dell'ordine
Le forze dell'ordine sono intervenute più volte nel tentativo di rintracciare lo stalker durante i suoi appostamenti. Nel corso dei sopralluoghi, hanno trovato una botola situata in uno dei campi abbandonati che circondano l'abitazione di Noemi, diverse cascine vuote ma poi nient'altro. L'ipotesi è che dietro le minacce vi sia in realtà un hacker: l'aggressore è infatti riuscito a far recapitare dei messaggi alla 18enne anche attraverso il suo stesso numero di cellulare. "Era come se mi scrivessi le cose da sola – spiega la ragazza -. Io avevo il telefono in mano, ma era come se quei messaggi me li fossi mandata io".
La chiamata alla sorellastra di Noemi
Sulla vicenda non sono ancora arrivate risposte. "Ho anche provato a parlare con la mia sorellastra – ha ricordato Noemi – perché i primi messaggi minatori sono arrivati da un profilo a suo nome. L'ho chiamata al telefono, ma lei ha tagliato corto chiedendomi di non usare il nome di mio padre".
La trasmissione Tv Le Iene, che si è occupata della vicenda, ha raggiunto la sorellastra della 18enne a casa per chiederle conto dei messaggi a suo nome. La donna, però, ha dimostrato di aver scoperto solo in quel momento di avere una sorella. Resta il dubbio su chi abbia quindi risposto alla telefonata di Noemi. Probabile che dietro quel numero vi fosse proprio l'hacker. La seconda parte della storia sarà svelata in un nuovo servizio televisivo.