Milionario grazie ai videopoker, imprenditore dichiarava redditi da soglia di povertà
Per gli inquirenti era il re dei videopoker grazie ai quali era riuscito a costruire un impero milionario ma per il fisco era povero visto che dichiarava redditi da soglia di povertà. Una evidente sproporzione tra il patrimonio accumulato dall'imprenditore e il reddito dichiarato che ha fatto scattare i controlli degli inquirenti portando a un sequestro di beni per un valore di 50 milioni di euro. Destinatario del provvedimento, emanato dal Tribunale di Bari ed eseguito dai Carabinieri del Comando provinciale del capoluogo pugliese, è l' imprenditore 68enne di Gravina in Puglia Giuseppe Cassone. L'uomo è già noto alle forze dell'ordine per precedenti penali per truffa, bancarotta fraudolenta e falso. Durante l'operazione di sequestro preventivo, in corso da questa mattina all'alba, i militari dell'arma hanno sequestrato sei società che si occupano di produzione, commercializzazione e installazione di slot machine e videogiochi, ma anche tre società di servizi, un albergo, un ristorante, 12 appartamenti, quattro ville, otto locali commerciali, 14 automezzi e 38 conti correnti, tutti riconducibili al 68enne pugliese.
Secondo gli inquirenti, l'uomo infatti aveva creato una sorta di monopolio delle slot machines nell'area delle Murge riuscendo a guadagnare milioni di euro con le macchinette mangiasoldi. In particolare secondo le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia barese, l'uomo era riuscito a non figurare come proprietario dell'impero attraverso la costituzione e la gestione di diverse società intestate a familiari o a soggetti che fungevano da prestanome. A seguito dei controlli però sono scattati i sequestri, possibili a anche grazie al codice antimafia che permette il sequestro anticipato anche nei casi maturati al di fuori dell’ambito mafioso.