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Migranti, parlano i sopravvissuti alla strage di Lampedusa: “Alla deriva per giorni dopo il naufragio”

Un naufragio ha causato la morte di 41 persone migranti al largo di Lampedusa. Sono sopravvissuti solo quattro ragazzi tra i 13 e i 18 anni, che hanno raccontato la strage. Dopo il rovesciamento del barchino, sarebbero rimasti alla deriva per cinque giorni in un’altra imbarcazione che passava per caso.
A cura di Luca Pons
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Al largo di Lampedusa sono morte 41 persone migranti. Tra di loro c'erano anche tre bambini. Il barchino di metallo, lungo 7 metri, era partito da Sfax, in Tunisia, e dopo sei ore si è ribaltata a causa di un'onda. A sopravvivere sono stati quattro ragazzi: tre maschi di 13, 17 e 18 anni, e una ragazza di 17. Sono stati recuperati e portati a Lampedusa.

"La barca si è rovesciata e siamo finiti tutti in mare. Qualcuno di noi aveva delle camere d’aria che abbiamo usato come salvagenti per rimanere a galla, ma non tutti quelli che ce l’avevano si sono salvati", ha raccontato una dei superstiti. "Il mare ci ha disperso, ho visto gli altri sempre più lontani sparire fra i flutti, grandi e bambini. Siamo stati in acqua per qualche ora".

"A un certo punto un gruppetto di noi ha visto una barca in lontananza. Ci siamo affannati per raggiungerla ma ci siamo arrivati solo noi quattro". Le altre persone che avevano resistito fino a quel momento non sono riuscite a contrastare la corrente, e sono state trasportate via.

Come hanno riportato i presenti, tutte le persone sopravvissute erano in forte stato di shock, e hanno faticato molto a riportare ciò che è successo. Le loro parole saranno ascoltate anche dalla squadra mobile della Procura di Agrigento, che ha aperto un fascicolo d'indagine, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di un altro reato.

I ragazzi non hanno parlato del viaggio prima di imbarcarsi in Tunisia, ma hanno raccontato l'imbarco: "Abbiamo pagato il ticket e siamo saliti a bordo". Hanno ricevuto la camera d'aria di uno pneumatico, da usare come salvagente. "Eravamo in 45 e c’erano anche tre bambini. Abbiamo navigato per un po’ di ore ma poi è arrivata quell’onda violenta".

I quattro, secondo quanto hanno detto, sono riusciti a nuotare fino a una barca di ferro che si trovava alla deriva. L'hanno raggiunta, ci sono saliti e hanno aspettato per cinque giorni, senza poterla orientare e senza sapere dove si trovassero. Alla fine, un aereo di Frontex li ha intercettati e, dopo l'intervento di una barca maltese che si trovava nelle vicinanze, sono stati presi in carico dalla Guardia costiera italiana. Le condizioni fisiche dei quattro sopravvissuti erano piuttosto buone, considerando quello che hanno attraversato. Secondo la Croce rossa, solo la 17enne aveva delle ustioni legate alla prolungata esposizione al sole.

Il procuratore di Agrigento, Salvatore Vella, ha definito la storia "incredibile", anche se al momento non ci sono elementi che facciano dubitare del fatto che sia una storia vera. "Loro sono dei miracolati ma non lo sono chissà quante centinaia di persone morte in questa ultima finestra di maltempo. Dev’essere stata un’ecatombe. È criminale averli lasciati partire", ha commentato Vella.

Il gruppo era partito da Sfax, dove molti di quei barchini di ferro sono costruiti: "Sono tutti uguali, bare galleggianti. Li mandano verso Lampedusa carichi di migranti. Tutti di ferro, 6-7 metri di lunghezza, ci salgono dalle 40 alle 70 persone. Affondano appena arrivano in mare aperto, dopo le isole Kerkennah che fanno da barriera alle correnti".

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