Michele Ferrulli, morto durante un arresto a Milano: riaperto il processo ai poliziotti

Verrà riaperto il processo a carico di quattro agenti di polizia coinvolti nell'arresto di Michele Ferrulli, il manovale di 51 anni che il 30 giugno di cinque anni fa perse la vita per un arresto cardiaco mentre i poliziotti lo stavano ammanettando. La Corte d'Assise d'appello di Milano ha infatti accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Tiziano Masini, e disposto una nuova perizia medico-legale per verificare le cause di alcune "infiltrazioni emorragiche" riscontrate sulla testa dell'uomo. Non solo: la corte ha stabilito che vengano visionati in aula nuovamente, alla presenza dei consulenti delle parti, i filmati che hanno ripreso le fasi dell'arresto. Nel luglio del 2014 gli agenti erano stati assolti – nel processo di primo grado – dalle accuse di omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico. La sentenza è stata impugnata dal pubblico ministero Gaetano Ruta, che aveva chiesto condanne a 7 anni di carcere, e dai familiari di Ferrulli, parti civili nel procedimento, assistiti dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Valentina Finamore.

Come morì Michele Ferrulli

I fatti risalgono alla sera del 30 giugno 2011: in via Varsavia, a Milano, un uomo chiama la polizia per lamentarsi della presenza di tre persone che ascoltano in strada musica a un volume eccessivo, urlando e bevendo birra. Gli agenti arrivano alle 22, chiedono ai tre di mostrare i documenti: uno di loro, Michele Ferrulli, dice probabilmente qualche parola di troppo e – stando ai verbali dei poliziotti – tenta di aggredire il capo scorta della volante, che si difende e lo atterra. A quel punto i poliziotti tentano di ammanettare Ferrulli, colpendolo ripetutamente. E' in questo momento che l'uomo accusa un malore: i poliziotti notano che qualcosa non va e chiamano un'ambulanza, che arriva in via Varsavia alle 22 e 25. Ferrulli viene trasportato in ospedale già morto.