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“Mia figlia mi ha supplicato di non fare la parodia del semestre filtro: ora studia all’estero ed è felice”

Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una mamma di una ragazza che ha scelto di studiare all’estero Medicina evitando il sistema italiano del semestre filtro: “Ora è felice e sicuramente resterà all’estero: questo Paese lascia andare via la nostra parte migliore”.
A cura di Redazione
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Sul semestre filtro da quest'anno propedeutico per l'iscrizione alla facoltà di Medicina e Chirurgia abbiamo ricevuto la lettera da una mamma che, come altri studenti e genitori nei giorni scorsi, ci ha voluto parlare del sogno di sua figlia – quello appunto di diventare medico – e della scelta di "sottrarsi" alla riforma italiana, che tanto sta facendo discutere. Spiega come sua figlia l'ha "supplicata di non fare la parodia del semestre filtro ma darle la possibilità di studiare all'estero". E che così è stato, anche se con enormi sacrifici: "Studia in una facoltà pubblica di medicina all'estero in un corso internazionale, dove non sei un numero di matricola, dove i docenti ti chiamano per  nome e cognome, dove non c’è l'autoreferenzialità e il baronato tipico del nostro mondo accademico oramai decadente e ridicolo quanto la ricerca promossa negli atenei. Mia figlia è rinata, era ai limiti della depressione".

La lettera a Fanpage.it

Sono la mamma di una ragazza che desidera diventare medico in un paese, l'Italia, che non sapendo (o non volendo per favorire lo sfacelo della sanità pubblica) programmare i propri bisogni affoga la propria sanità pubblica senza medici e impedisce a tanti ragazzi che vorrebbero diventarlo. Un paradosso tragicomico se fossimo al teatro di Eduardo e invece è tutto vero. E lo fa, poi, con un metodo che non solo non misura reali capacità, studio, volontà e dedizione ma ne distrugge sogni e passioni nutrendo la numerosa moltitudine di persone insoddisfatte, tristi e infelici del proprio lavoro.

Mia figlia dopo due anni di tentativi di cui uno trascorso alla facoltà di biologia superato con profitto e borsa di studio mi ha supplicato di non fare la parodia del semestre filtro ma darle la possibilità di studiare all'estero. E così è stato. Un impegno economico enorme che mia figlia è disposta a contribuire col prestito d'onore, pur di poter studiare, felicemente.

E così sta accadendo: studia in una facoltà pubblica di medicina all'estero in un corso internazionale, dove non sei un numero di matricola, dove i docenti ti chiamano per  nome e cognome, dove non c’è l'autoreferenzialità e il baronato tipico del nostro mondo accademico oramai decadente e ridicolo quanto la ricerca promossa negli atenei. Mia figlia è rinata, era ai limiti della depressione. Felicissima studia e con profitto: la migliore del suo corso.

Una ragazza che sicuramente resterà all'estero, come tantissimi giovani che lasciano l'Italia, ma nessuno ne parla. Lasciano andare la parte migliore del nostro paese, in una emorragia preoccupante e devastante. La parte migliore, che il mio paese non merita. E chissà che non vada pure io.

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