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“Mi occupo di ristorazione da 17 anni e ne ho viste di cose: stipendi da 2,35 euro all’ora, nulla di legale”

Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una lettrice che lavora da 17 anni nel settore della ristorazione: “Ho visto e vissuto cose che ormai sembrano così normali, ma sono lontanissime dall’esserlo davvero. Sorridi e corri anche quando hai la febbre”.
A cura di Redazione
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La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.

La nostra redazione sta ricevendo molte lettere di uomini e donne che raccontano storie di difficoltà nel mondo del lavoro ed in particolare del settore della ristorazione e alberghiero, dopo le testimonianze pubblicate nei giorni scorsi dello chef Marco Marinelli o di Abdin, cuoco stagionale in Puglia. Ecco quella di Viola da Rimini, che vi proponiamo oggi.

La lettera a Fanpage.it

Innanzitutto grazie, vi seguo da sempre ed apprezzo il lavoro che fate, per le battaglie che combattete. Mi occupo di ristorazione ad ogni livello da ormai 17 anni, con passione (chiaramente, perché altrimenti un lavoro simile non sarebbe pensabile). Ho visto e vissuto cose che ormai sembrano così normali, ma sono lontanissime dall’esserlo davvero, nulla di legale, dal modo in cui vengono impostati i contratti, alle ore dichiarate, agli stipendi (è capitato €2,35 all’ora), alle molestie, il mobbing…

Non è sostenibile, la qualità della vita ne risente a livello economico, il tempo libero è davvero ridicolo, gli effetti che lo stress riversa sull’organismo sono palpabili, gli ambienti tossici. Mi occupo delle persone, della sala, del benessere dei miei clienti, e non sempre è semplice avere a che fare con il pubblico, sorridi e corri anche quando hai la febbre, perché non la misuri nemmeno, tanto a lavoro ci vai a prescindere, o ti segnano “Riposo”.

Sorridi e corri con la schiena bloccata, sorridi e corri con un dito del piede rotto a lavoro ma non puoi dirlo per non creare danni all’azienda, sorridi e corri che va tutto bene.

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