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Conflitto Israelo-Palestinese

Medioriente, ripresi a Doha colloqui su ostaggi e tregua a Gaza. Usa e Gb attaccano 20 obiettivi Houthi

Aggiornamenti sulla guerra Hamas-Israele e situazione in Medioriente: Tel Aviv invia delegazione in Qatar per colloqui sugli ostaggi e possibile tregua. Hamas si oppone a soluzione a due stati. Usa e Gb attaccano decine di obiettivi Houthi in Yemen.
A cura di Ida Artiaco
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Altissima tensione oggi in Medioriente dove non solo continuano i raid a Gaza, ma si sono registrati nelle scorse ore decine di attacchi da parte di Usa e Gran Bretagna contro obiettivi Houthi in Yemen, alcuni dei quali anche nella capitale Sanaa. Sarebbero intanto ripresi a Doha i colloqui su ostaggi e tregua tra Israele e Hamas.

Ripresi a Doha colloqui su ostaggi

Secondo i media egiziani e israeliani, i negoziati per arrivare a un accordo sugli ostaggi e una pausa nella guerra a Gaza sono ripresi a Doha tra "esperti degli Usa, dell'Egitto, del Qatar e di Israele" e anche "rappresentativi di Hamas. I colloqui – ha spiegato Al-Qahera News – sono una continuazione di ciò che è stato discusso a Parigi e saranno seguiti da altri incontri al Cairo".

Così mentre proseguono i combattimenti a Gaza, in particolare a Khan Yunis, è stato confermato che una delegazione israeliana è partita per il Qatar per proseguire i colloqui sul rilascio degli ostaggi e una possibile tregua del conflitto.

Ma la strada sembra essere in salita. Il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, in relazione alle proposte internazionali sulla creazione di due Stati israeliano e palestinese per porre fine alla crisi, a cui Teheran e Hamas, sostenuto dall'Iran, si oppongono, ha dichiarato: "Il popolo di Gaza ha annunciato al mondo, con la sua resistenza e unità, che la coesistenza con il regime sionista non è possibile. I sionisti cercano di ottenere la vittoria uccidendo bambini, donne e persone indifese, ma la vittoria divina sarà del devoto popolo di Gaza, che non ha rinunciato alla resistenza nell'attuale guerra".

Media: "Verso nuovo governo tecnico palestinese Anp in settimana"

Una fonte palestinese ha riferito a Sky News Arabia che è probabile che il governo del primo ministro dell'Autorità Palestinese (Anp) Mohammed Shtayyeh potrebbe dimettersi a breve per favorire un nuovo governo palestinese di tecnici entro la fine di questa settimana. Secondo l'emittente, questi sviluppi rafforzano le notizie secondo cui Hamas avrebbe accettato, la settimana scorsa, la formazione di un governo tecnico la cui missione è ricostruire Gaza e ripristinare la sicurezza dopo la guerra. Sempre fonti di Sky News Arabia suggeriscono che il capo del Palestine Investment Fund, Muhammad Mustafa, sarebbe incaricato di formare il governo.

Houthi: "Attaccate navi Usa in golfo Aden e Mar Rosso"

A preoccupare è anche la situazione nel Mar Rosso. La marina yemenita, controllata dagli Houthi, il gruppo ribelle alleato di Hamas, che da metà novembre ha portato avanti diversi raid contro le navi che attraversano il Mar Rosso e il Canale di Suez, ha attaccato con missili e droni la petroliera americana Torm Thor, che si trova nel Golfo di Aden, oltre ad alcune navi da guerra Usa nel Mar Rosso, come si legge sulla testata Al-Masirah che fa capo al movimento sciita yemenita e che cita il portavoce delle forze armate yemenite Yahya Saree.

Gli attacchi, ha detto, rientrano nella risposta alla "situazione del popolo palestinese" e "all'aggressione statunitense-britannica contro il nostro Paese". Nelle scorse ore erano state Usa e Gb a colpire decine di obiettivi degli Houthi in Yemen.

Il Pentagono ha dichiarato che "gli attacchi necessari e proporzionati sono stati mirati specificamente contro 18 obiettivi Houthi in otto luoghi dello Yemen", tra cui depositi di armi, droni, sistemi di difesa aerea, radar e un elicottero, ha detto il Dipartimento della Difesa sull'operazione, che ha ricevuto il sostegno di diversi Paesi alleati.

Gli eserciti di Stati Uniti e Regno Unito hanno agito con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda. Washington, ha spiegato il capo del Pentagono Austin, "non esiteranno ad agire, se necessario, per difendere le vite umane e il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più critiche del mondo" e gli Houthi "ne pagheranno le conseguenze se non fermeranno i loro attacchi illegali”

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