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Martina Rossi, passo indietro del Coni dopo proteste genitori: revocato premio a uno dei condannati

Il Coni ha deciso di revocare il premio assegnato ad Alessandro Albertoni uno dei due condannati per la morte di Martina Rossi, precipitata dal sesto piano di un albergo Palma di Maiorca per sfuggire a uno stupro.
A cura di Chiara Ammendola
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Martina Rossi
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Alla fine Alessandro Albertoni non sarà premiato. Il riconoscimento per meriti sportivi da parte del Coni non verrà assegnato e l'intera cerimonia prevista ad Arezzo il prossimo 10 settembre è stata annullata. Si conclude così la vicenda che vede protagonista uno dei due uomini condannati per la morte di Martina Rossi, la studentessa genovese morta a 20 anni precipitando dal sesto piano di un hotel a Palma di Maiorca per sfuggire a uno stupro.

Il Coni ha fatto un passo indietro e dopo aver spiegato che questo premio era stato assegnato ad Albertoni, oggi 30enne, prima della sua condanna arrivata nell'ottobre 2021, ha deciso di revocarlo del tutto. I primi a puntare il dito contro questa premiazione sono stati proprio i genitori di Martina che per anni si sono battuti per arrivare alla verità sulla morte della figlia che fu inizialmente archiviata come suicidio.

I genitori di Martina Rossi il giorno della condanna dei due imputati
I genitori di Martina Rossi il giorno della condanna dei due imputati

“Siamo indignati e increduli – avevano detto ieri commentando la notizia del premio – speriamo ancora che sia tutto un equivoco. Non possiamo nemmeno immaginare che Albertoni, al posto dei servizi sociali in cui dovrebbe stare per evitare la galera, venga segnalato come un benemerito dello sport”.

Oggi la decisione del Coni che si era detto rammaricato per l'accaduto e aveva fatto sapere che la premiazione in programma nella Sala degli Artisti ad Arezzo mercoledì sera era solo un rinvio di due anni causato dal Covid, aggiungendo che quel riconoscimento era stato un automatismo per tutti i vincitori dei campionati italiani. Albertoni è stato un campione di motocross e da qui il premio che ai genitori di Martina è parso una vera e propria beffa.

Il 30enne insieme all'altro condannato per la morte della 20enne Luca Vanneschi, è stato condannato a tre anni di carcere per tentato stupro di gruppo. I due hanno fatto richiesta di affidato ai servizi sociali sulla quale però il giudice di sorveglianza non si è ancora espresso.

Lungaggini causate da una burocrazia lenta e dalle tante pratiche accumulate dai giudici fiorentini che riguarderebbero casi più gravi, per questo Albertoni e Vanneschi vivono da liberi cittadini dal giorno della condanna. “Albertoni ha una pena ancora interamente da espiare e nessun segno di resipiscenza in ben 11 anni – avevano protestato i genitori –  sinceramente non abbiamo parole”.

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