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Mafia, le mani di Matteo Messina Denaro sugli appalti, 11 arresti in Sicilia

Blitz della polizia in provincia di Trapani per smanettarle la rete di società e imprenditori attraverso i quali, Secondo gli inquirenti, il boss era in grado di condizionare gli appalti nella zona del Trapanese.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante la latitanza da uomo più ricercato d'Italia, Matteo Messina Denaro resta il signore degli appalti in Sicilia e non solo. È quanto emerge dall'ultima inchiesta condotta dagli uomini della squadra mobile di Trapani, coordinati dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, che oggi ha portato all'arresto di undici persone ritenute collegate a vario titolo al potente clan mafioso del boss  di Castelvetrano. Il blitz della polizia, avvenuto questa mattina all'alba, è arrivato al termine di un complessa indagine che ha permesso di fare luce su una  serie di importanti appalti a Mazara del Vallo. Secondo gli inquirenti, il clan trapanese di Messina Denaro si era infiltrato in particolare sia nei lavori per la realizzazione del parco eolico sia in quelli per la maxi ristrutturazione dell’ospedale locale.

Oltre alle undici misure di custodia cautelare, emesse dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura antimafia, la polizia ha effettuato anche il sequestro di tre imprese che per gli inquirenti sarebbero controllate da Cosa Nostra. Per la Procura l'operazione, denominata in codice "Ermes 2" perché diretta prosecuzione dell’indagine “Ermes” che nell’agosto 2015 portò in manette molti fedelissimi e gregari del latitante Matteo Messina Denaro, ha permesso di smantellare la rete di imprenditori che attraverso il sostegno di Cosa nostra ottenevano appalti o sub appalti.

Secondo gli inquirenti il boss, attraverso le imprese sequestrate, era in grado di condizionare gli appalti nella zona del Trapanese. L'indagine ha confermato in particolare i saldi contatti tra il clan mafioso di Mazara del Vallo e quello di Castelvetrano e ha svelato gli accordi per spartirsi gli appalti sotto le direttive del latitante che avrebbe raccomandato ai suoi una gestione “trasparente” della spartizione degli appalti. "Le indagini continuano a far emergere imprese riconducibili ai mafiosi, o comunque fagocitate dall’organizzazione criminale, che inquinano il territorio della provincia. Il blitz di questa notte è un ulteriore colpo per la rete che protegge e alimenta Matteo Messina Denaro” ha spiegato l questore di Trapani, Maurizio Agricola.

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