Mafia, arrestato l’ex primario Guttadauro e il figlio: “Evolversi ma ancorati a Cosa nostra”
"Bisogna evolversi" ma rimanendo ancorati ai principi di Cosa nostra, così l'ex primario Giuseppe Guttadauro spiegava al figlio, in un dialogo intercettato dai carabinieri, la condotta da tenere nell'ambiente criminale a cui lui, secondo gli inquirenti, non si è mai sottratto continuando da Roma a interessarsi agli affari dell'organizzazione mafiosa dopo la scarcerazione di dieci anni fa. È quanto emerge dall'inchiesta condotta dai carabinieri del Ros e da quelli del comando provinciale di Palermo che questa mattina ha portato all'arresto del "dutturi", l'ex primario del Civico di Palermo e poi boss già coinvolto in passato in diverse inchieste di mafia, e del figlio Mario Carlo.
Per i due gip del Tribunale di Palermo ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Procura, eseguita stamani dai militari del Ros e da quelli dello squadrone cacciatori Sicilia. Per entrambi accuse pesantissime. Al 73enne Giuseppe Guttadauro, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, e al figlio Mario Carlo, finito in carcere, contestato il reato di associazione di tipo mafioso. Per gli inquirenti apparterebbero entrambi alla famiglia di Cosa nostra di Palermo-Roccella del mandamento di Brancaccio-Ciaculli e avrebbero interessi nel mandamento mafioso di Villabate- Bagheria. Nell'ambito della stessa indagine figurato anche altri indagati, tre dei quali sono considerati affiliati alla famiglia di Palermo-Roccella.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, avrebbero fatto emergere che Giuseppe Guttadauro manteneva ancora contatti stretti con l’organizzazione mafiosa di riferimento anche attraverso il figlio Mario Carlo. Come spiegano dal comando dei carabinieri di Palermo, l'ex medico era arrivato addirittura a risolvere contrasti nell'ambiente mafioso che erano sorti per alcuni lavori in una importante struttura industriale di Brancaccio. Per l'accusa, il "dottore" sarebbe pure intervenuto per regolare l’attività di traffico di stupefacenti condotta da un pregiudicato bagherese e avrebbe progettato un traffico di stupefacenti con l’estero sia avvalendosi di un uomo albanese per trovare hashish, sia aprendo un canale per l’approvvigionamento di cocaina dal Sud America.