Liliana Resinovich, il marito Visintin: “Provino mia colpevolezza, non devo dimostrare nulla. Da Sterpin solo fantasie”

Il 14 dicembre saranno 4 anni dalla scomparsa di Liliana Resinovich, la 63enne sparita nel nulla a Trieste nel 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022. Da allora diverse cose sono successe: le indagini su quanto accaduto alla donna hanno rischiato l'archiviazione dopo che il suo decesso era stato bollato come suicidio. A rovesciare tutto è stata la perizia svolta dalla dottoressa Cristina Cattaneo, che ha rilevato lesioni sul cadavere compatibili con un'aggressione. Indagato per la morte di Liliana è il marito Sebastiano Visintin, che da sempre respinge tutte le accuse.
Durante un'intervista rilasciata a Quarto Grado, Visintin ha raccontato di un incontro secondo lui programmato tra il 2019 e il 2020 da Claudio Sterpin, amico di vecchia data di Liliana. Stando a quanto riferito dal marito della 63enne, Sterpin avrebbe invitato la donna a una presunta rimpatriata tra maratoneti nel campo da calcio di Muggia, facendosi invece trovare da solo. "Liliana si è guardata attorno e poi mi ha chiesto di portarla via" ha affermato Sebastiano.
La circostanza era stata già smentita nelle scorse settimane da Sterpin, che invece aveva parlato di una rimpatriata avvenuta nel 2005 alla presenza della figlia e della moglie, all'epoca ancora in vita. "Siamo andati tutti insieme a cena" ha riferito, ricordando anche il nome del locale nel quale sarebbero stati.
L'ipotesi del rancore di Visintin nei confronti di Claudio Sterpin
L'episodio in sé (e quindi il diverso ricordo che ne hanno Sterpin e Visintin) assume importanza solo alla luce delle ipotesi formulate dalla Procura, che vede nel rancore nutrito dal marito di Resinovich nei confronti del suo amico di vecchia data un possibile movente per il delitto.
"Impossibile che fosse il 2005 – spiega Sebastiano durante l'intervista – perché in quell'anno io e Lilly ci siamo sposati. Che rapporto potevo mai avere con Claudio? Posso giurare di aver visto solo lui in quel campo da calcio e quando Liliana è diventata pallida in viso, l'ho portata via come mi aveva chiesto".

A sostenere l'ipotesi della Procura su un possibile movente, sarebbero anche le foto trovate all'interno di un hard disk di Sebastiano. Immagini che ritraggono proprio Sterpin durante ricorrenze sportive e maratone, alcune anche con Liliana. Per chi indaga, Visintin potrebbe aver agito sull'onda del rancore provato nei confronti dell'ex maratoneta dopo essere venuto a conoscenza della simpatia di lunga data tra lui e Resinovich.
Ai microfoni del programma Mediaset, Visintin ha respinto l'accusa. "Claudio dice che voleva sposare Liliana? La sua fantasia non mi interessa, forse confonde l'amicizia con un sentimento romantico. Liliana era pura, io so quello che abbiamo vissuto. Abbiamo avuto una bellissima storia d'amore, girando il mondo e sostenendoci nei momenti di difficoltà".
"Le foto di Claudio che sono negli hard disk sono frutto del mio lavoro da fotografo – ha ribadito Visintin -. Lui partecipava ad eventi sportivi ai quali spesso assistevo con Liliana. Scattavo foto, questo è noto, e quindi? Non vuol dire certo che io lo spiassi, come invece sostiene". Il marito di Resinovich ha affermato di continuare a scattare foto agli eventi triestini. "Non ho mai smesso di fare quello che facevo prima della morte di Liliana".

Il commento al sit-in per Liliana: "I triestini non mi danno dell'assassino"
Sebastiano ha poi commentato anche il sit-in avvenuto davanti al Tribunale di Trieste e voluto da familiari e amici di Lilly. Circa 40 persone, delle quali molte arrivate da altre regioni, per chiedere giustizia e verità per la 63enne deceduta ormai 4 anni fa. "È vero, io non c'ero, ma sicuramente non sono loro gli unici a volere verità per Liliana. – ha sottolineato – Tanti presenti erano contro di me? Sono tutte persone che non vivono a Trieste, tra i residenti che conoscevano lei e che conoscono me, nessuno va a dire in giro che io sono l'assassino. Tanto mi basta".
"Non devo provare la mia innocenza, è la Procura a dover provare la mia colpevolezza" ha continuato Visintin, definendosi sereno. "Io non devo dimostrare niente, so quello che ho vissuto con Liliana e so che siamo stati bene insieme. Non devo provare nulla a nessuno. Se la giustizia dovesse avere prove contro di me, io sono qui".