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Liliana Resinovich, il fratello: “Aveva un occhio tumefatto e sangue nel naso: qualcuno l’ha picchiata”

Un occhio tumefatto e sangue dal naso sul volto di Liliana Resinovich indicherebbero che è stata colpita prima di essere uccisa: lo dice il fratello Sergio che non crede al suicidio e alla ricostruzione della Procura.
A cura di Chiara Ammendola
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Liliana Resinovich
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Sono ancora tanti i punti di domanda intorno alla morte di Liliana Resinovich, il cui cadavere è stato ritrovato a Trieste lo scorso gennaio, anche se al momento la tesi principale della Procura è quella del suicidio. Ricostruzione alla quale si oppongono però il fratello e l'avvocato Nicodemo Gentile secondo cui qualcuno potrebbe aver fatto del male alla donna come dimostrano anche alcuni segni sul corpo di Liliana.

A raccontarli è Sergio Resinovich in un'intervista rilasciata a "Chi l'ha visto?": “In quella foto si vede che lei ha preso uno schiaffo o un pugno, perché ha l'occhio destro tumefatto e la narice destra con del sangue rappreso – spiega l'uomo – e il lato destro della lingua con una ferita, come se avesse ricevuto un colpo”.

Ma chi potrebbe aver colpito Liliana e soprattutto quando è morta? Secondo quanto emerge dalla consulenza della Procura di Triese la mancata presenza di gas putreffativi sul corpo della donna porta a presumere che il decesso sia avvenuto al massimo 48 ore prima del ritrovamento. Il fratello di Liliana però non crede a questa ricostruzione e si domanda perché la sorella avrebbe dovuto nascondersi per tre settimane per poi uccidersi.

“Vogliono farmi capire che lei è stata via per tre settimane – spiega Sergio ai microfoni del programma tv condotto da Federica Sciarelli – che ha mangiato le stesse cose mangiate la mattina della scomparsa, che è andata anche in qualche centro a farsi la ceretta visto che non aveva peli e poi si è suicidata: questo è quello che ho capito ma per me non è così”.

A supporto dei dubbi del fratello della 63enne ex dipendente della regione Friuli, ritrovata morta tre settimane dopo la scomparsa avvenuta il 24 dicembre 2021, ci sono i risultati dell'esame tossicologico: “Il soggetto – si legge nella consulenza finale – ha assunto nei momenti antecedenti al decesso alimenti a base di caffeina, verosimilmente una colazione con caffè e un prodotto con uvetta, ed è probabile che abbia assunto anche del multivitaminico”.

Si tratta di fatto di una colazione simile a quella che aveva fatto la mattina della scomparsa, così come confermato dal marito. Il dubbio su dove possa essere stata Liliana per tre settimane resta e soprattutto sul perché avrebbe dovuto allontanarsi per poi togliersi la vita in una modalità così anomala, così come spiegato a Fanpage.it anche dall'avvocato Nicodemo Gentile.

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