Liliana Resinovich e la vertebra rotta: cosa dice il tecnico dell’autopsia e cosa c’è scritto nella perizia

Si continua a indagare sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne sparita il 14 dicembre del 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio del 2022. Da allora sono stati diversi i colpi di scena: l'indagine, prima concentrata sull'ipotesi di suicidio, si è presto trasformata in un fascicolo con l'ipotesi di omicidio. Attualmente indagato è il marito della donna, Sebastiano Visintin.
Della morte di Resinovich si parlerà questa sera, mercoledì 14 maggio, durante la trasmissione "Chi l'ha Visto?". Al centro della puntata vi saranno le dichiarazioni di Giacomo Molinari, il tecnico preparatore anatomopatologo che dopo 3 anni ha dichiarato di aver probabilmente causato la lesione alla vertebra T2 di Resinovich durante una manovra per preparare il cadavere all'autopsia del gennaio 2022.
Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha denunciato il tecnico per falso dopo che le verifiche dei Prof Vittorio Fineschi e Stefano D'Errico avrebbero accertato l'esistenza della frattura prima dell'autopsia. Nella querela sono stati citati anche i filmati che Molinari caricava online e nei quali raccontava il suo lavoro, mostrando i coltelli per le autopsie e ambienti solitamente non accessibili ai non addetti ai lavori.

La perizia della dottoressa Cristina Cattaneo
La lesione alla vertebra T2 è uno dei punti cardine della perizia svolta dalla dottoressa Cristina Cattaneo sul corpo di Liliana Resinovich. I nuovi accertamenti sono stati effettuati nel febbraio del 2024 dopo la riesumazione dei resti della 63enne. Con Cristina Cattaneo hanno lavorato agli esami i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e l'entomologo Stefano Vanin.
In oltre 200 pagine di perizia sui resti della 63enne sono state evidenziate una serie di lesioni (tra le quali anche quella della vertebra toracica) attribuite a "lesività traumatico-contusiva", ossia a un probabile pestaggio. Cattaneo fa riferimento alla presenza di "un'intaccatura a livello del margine mediale della faccetta articolare" della vertebra e spiega che la stessa interruzione sulla superficie articolare è stata evidenziata anche durante la Tac effettuata nel 2022 sul cadavere, prima dell'autopsia.
"Questo – scrive Cattaneo nella perizia – fa supporre che tale lesione sia stata prodotta quando l'osso manteneva ancora le sue proprietà elastiche, verosimilmente in un momento poco prima o poco dopo il decesso". "Ciononostante – continua – essa certamente non può essere considerata prodottasi molto tempo prima dell'evento morte".
Secondo la dottoressa, in poche parole, la lesione sarebbe stata causata in attimi immediatamente precedenti o successivi al decesso e non, come invece sosterrebbe il tecnico anatomopatologo, mesi dopo la morte.
La lesione è quindi inquadrata in un contesto "traumatico-contusivo" con ferite in diverse zone del corpo di Liliana. Altre sono state trovate sul cuoio capelluto, sulla punta della lingua, sul labbro inferiore destro e sulla mano destra. Individuate, inoltre, plurime contusioni cerebrali. Altre ferite probabilmente legate a un trauma di tipo contusivo sono quelle sulla palpebra superiore destra e sul lobo auricolare destro. In conclusione, Cattaneo scrive: "Completa il quadro una frattura perimortale alla faccetta articolare superiore sinistra della vertebra toracica T2".

Le affermazioni del tecnico anatomopatologo
Giacomo Molinari, invece, sostiene di aver probabilmente causato la lesione alla vertebra T2 durante una manovra preparatoria per l'autopsia del 2022. In un'intervista rilasciata al quotidiano Il Piccolo, affermava di aver parlato dopo 3 anni per onestà e dovere civico nel voler fornire una lettura di quanto avvenuto a Resinovich.
Il suo racconto, così come il contenuto dei video che il tecnico caricava online e la denuncia per falso fatta da Resinovich, saranno oggetto della trasmissione "Chi l'ha visto", che si soffermerà anche sulle condizioni di conservamento del cadavere prima dell'esame autoptico.