Liliana Resinovich, dopo le accuse al marito parla Sterpin: “Non l’ha uccisa Visintin ma sa chi è stato”

“Io non credo sia stato lui l'artefice, non credo sia stato lui a ucciderla”. A parlare, all’indomani dell’ultima notizia arrivata sul caso di Liliana Resinovich, è Claudio Sterpin, amico della donna scomparsa e uccisa a Trieste alla fine del 2021 e per il cui omicidio è indagato il marito Sebastiano Visintin.
"Non mi imbarazza”, dice all’Ansa Sterpin, incontrare Visintin in occasione dell'incidente probatorio: Sterpin afferma appunto di non credere sia proprio lui il killer di Lilli ma parla di "un lavoro premeditato e fatto da più persone".
La posizione di Claudio Sterpin su Sebastiano Visintin
Sterpin è convinto che Visintin "sappia benissimo chi è stato, lo abbiamo detto sia Sergio (Resinovich, ndr) che io; lui sa tutto, compreso il posto dove è stato tenuto il corpo di Liliana e chi l'ha portata" nel boschetto dell'ex OPP "la mattina del 4 gennaio. Fosse stato soltanto due giorni lì e una notte, infatti, sarebbe stato sfigurato dai cinghiali che lì pullulano". E ancora: "Che non vengano a raccontarmi che in venti giorni nulla è accaduto; l'hanno messa lì due o tre ore prima. Questo l'ho dichiarato alla polizia il 15 dicembre 2021, quando mi sono presentato spontaneamente in Questura. Se non l'ho detto lì l'ho detto subito dopo il ritrovamento".
L'avvocato di Sergio Resinovich: "Nuovi dettagli emersi non ci esaltano né scoraggiano"
Dopo le notizie trapelate dalla Procura – la pm titolare dell'inchiesta, Ilaria Iozzi, accusa Sebastiano Visintin di aver "aggredito e soffocato Liliana Resinovich" – è intervenuto tramite il suo avvocato Nicodemo Gentile anche il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, che in questi anni non si è mai arresto all’ipotesi iniziale del suicidio.
Ma l’uomo resta cauto dinanzi a una possibile svolta nel caso: "Questa ipotesi e i nuovi dettagli emersi sono assolutamente neutri, non ci esaltano e non ci scoraggiano", ha detto l’avvocato Nicodemo Gentile commentando appunto le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Il Piccolo. "Si tratta – ha aggiunto Gentile – solo di un capo di imputazione che in una indagine per omicidio partita da poco è un elemento provvisorio che può cambiare in base agli sviluppi delle indagini e che va contemperato con una presunzione di non colpevolezza da riconoscere a un semplice indagato".
Chi intanto ancora non ha commentato le ultime notizie sul caso è proprio Sebastiano Visintin, che se fino a ieri aveva continuato ad aggiornare i suoi profili social, anche con foto della moglie, ma che da qualche ora risulterebbe irreperibile. Non risponde né al telefono né al citofono di casa.
Al vaglio le testimonianze dei sanitari nel parco di San Giovanni
Non si esclude che, a questo punto del giallo di Trieste, possa essere valutata diversamente la testimonianza di alcuni sanitari che lavorano nel parco dove venne trovato il corpo senza vita di Lilli: questi avevano sostenuto di aver visto un uomo aggirarsi in zona nei giorni precedenti alla scoperta del corpo e in particolare una persona aveva parlato di un signore con la barba bianca, vestito con abiti scuri e una torcia accesa, che camminava all'alba del 5 gennaio proprio in quell'area. Si tratta di testimonianze che erano state formalizzate dagli investigatori ma all'epoca non rilevate come probanti.
Liliana Resinovich uccisa il giorno stesso della scomparsa
Stando alle anticipazioni del quotidiano di Trieste, secondo la pubblico ministero, in ossequio alla superperizia di Cristina Cattaneo, Liliana sarebbe stata uccisa dal marito "nel parco dell'ex ospedale psichiatrico", dove poi è stata trovata nel gennaio 2022 avvolta in due sacchi. Liliana Resinovich avrebbe subito "afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti". Gesti e azioni che ne cagionavano "la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima".
Tutto questo sarebbe avvenuto il giorno della scomparsa da casa, il 14 dicembre 2021, come indica la stessa perizia. La convinzione della pm è quindi opposta alle conclusioni cui era giunta la Procura in precedenza, quando – nonostante la stranezza del caso – si parlava di suicidio.