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La protesta dei Taxi

Liberalizzare la lobby: le ragioni dei tassisti, tra benzina alle stelle e RC Auto (Reportage)

Perché protesta la lobby dei Taxi? Perché la clientela è bassa, i guadagni (50€ al giorno lordi) non ricopropno le spese per RC Auto, benzina e manutenzione, e perché una licenza costa 200 mila euro. Sarà vero che liberalizzare il settore fa abbassare le tariffe e aumentare la clientela?
A cura di Alessio Viscardi
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I tassisti di Napoli occupano piazza del Plebiscito da due giorni. Sembra di essere tornati a quindici anni fa, prima che Antonio Bassolino chiudesse l'area -divenuta un grosso parcheggio- al transito delle auto. Le auto bianche -circa un migliaio- si danno il cambio, i tassisti sul piede di guerra hanno dato il “la” alla mobilitazione che subito si è estesa alle altre città italiane. La “lobby di privilegiati” piange miseria: “A Napoli siamo 1400 tassisti, con 800 unità in eccesso” ci dice Pasquale Ottaviano, delegato sindacale del Sita. “Se aumentiamo le licenze diminuiscono i guadagni per tutti e un tassista al massimo porta a casa 40€ lordi al giorno”.

Le ragioni dei tassisti, tra benzina alle stelle, RC Auto e licenze
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La protesta dei Taxi

Quella di Napoli è una situazione particolare, tanto che lo stesso sindaco Luigi de Magistris ha espresso solidarietà con questa improbabile casta delle auto bianche e si è detto contrario alla liberalizzazione del settore. In città, nel corso degli anni il numero delle licenze concesse è andato costantemente aumentando a ogni tornata politica, con il risultato di avere un'invasione di taxi.

Il sistema prevede una gestione autonoma del servizio: il tassista è proprietario dell'auto e della propria licenza, deve provvedere da solo al pagamento delle tasse e dei costi. Nella città che ha il primato sia per il caro benzina -l'oro nero è arrivato a superare la soglia di 1,80€ al litro- sia per le RC Auto -i dati di Altroconsumo e Federconsumatori segnano rincari per oltre il 9% nel 2011 che si sommano a quelli degli ultimi dieci anni- un guadagno di 50€ viene più che dimezzato. Inoltre, costi di manutenzione e gestione sono a carico dei sigoli.

“In città, il taxi lo usano soltanto avvocati e per servizi delle scuole, nemmeno i turisti prendono il taxi” denunciano i tassisti. Ma la concorrenza aperta e il calo delle tariffe, non dovrebbe portare a un incremento dei clienti e maggiori introiti? Secondo gli autisti delle auto bianche no e proprio Napoli ne è l'esempio: “Le nostre tariffe sono le stesse da dieci anni: nel 2000 prendevamo come minimo 8.000 lire, oggi siamo a 4,5€ -grossomodo lo stesso, senza adeguamento all'inflazione” e nonostante queste tariffe così basse, non c'è possibilità di incrementare la clientela.

Il traffico cittadino è il primo nemico: una città congestionata come Napoli rende impossibile viaggiare velocemente e con bassi costi da un capo all'altro, anche le corsie preferenziali sono invase da mezzi ordinari senza il minimo controllo.

E quanto costa una licenza? Dopo questa domanda, l'omertà cala sui fino ad allora disposti a parlare tassisti. “Non lo so quanto costa” ci dice uno “Non mi interessa, non è questo il problema” ci dice un altro. Sarà che ogni tassista che vende la propria licenza intasca 200 mila euro, sarà che il mercato dei titoli è totalmente deregolato, sarà che licenze e taxi si vendono assieme. Sarà quel che sarà, ma di questo tema nessuno vuole parlare.

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