L’ex postino scomparso a Gorizia nel 2019 e i resti umani trovati nel pozzo: la svolta grazie a Google Earth

Verrà svolta nei prossimi giorni l'autopsia sui resti umani trovati venerdì scorso, 7 novembre, nel giardino della villetta di Sagrado, in provincia di Gorizia. Stabilità se appartengono realmente a Vito Mezzalira, l'ex postino scomparso nel luglio del 2019 all'età di 66 anni.
A quanto si apprende, il ritrovamento dei resti, avvenuto in un pozzo, è stato reso possibile dall'impiego del georadar e di unità cinofile. Ossa umane e indumenti erano all’interno di un sacco di plastica.
Decisivi anche i rilievi effettuati grazie alla sovrapposizione delle immagine di Google Earth che hanno permesso agli investigatori di scoprire che la zona del pozzo era stata coperta da una colata di cemento che non c'era prima del 2019.
La convivente di Mezzalira, Mariuccia Orlando, e il fratellastro di lei, Moreno Redivo, sono attualmente indagati per omicidio e soppressione di cadavere.
Nelle prossime ore la Procura di Gorizia ha annunciato la diffusione di un comunicato per fornire i dettagli circa l'accelerazione avuta dall'inchiesta.
Il caso era stato aperto circa due anni fa dopo la denuncia della sorella dello scomparso, che aveva segnalato numerose incongruenze nelle dichiarazioni della convivente dell'uomo che aveva parlato di una una fuga all'estero per amore o per problemi con i creditori. A nome del 66enne la donna continuava a riscuotere la pensione.
Già all’inizio del 2024, i Carabinieri di Gradisca d’Isonzo avevano eseguito nuovi rilievi nella stessa villetta in cui Mezzalira aveva deciso di trascorrere la pensione. Ed erano emersi elementi considerati “significativi”, potenzialmente decisivi per ricostruire quanto accaduto all’interno dell’abitazione.
Meno di 10 anni fa l’ex postino aveva acquistato e ristrutturato la casa dove viveva con la compagna, triestina come lui e più giovane di dieci anni.
"Ho sempre avuto il sentore che lo avessero nascosto in quel giardino. Ora perlomeno mi sono fatta una ragione della sua sparizione", ha detto a Il Piccolo di Trieste la sorella del 66enne, Domenica.
"I rapporti con mio fratello erano ottimi anche se non frequenti, per cui all’inizio non mi ero insospettita. Lei mi raccontava le cose più strane, ma la pensione continuava a essere prelevata. Le chiesi di farmelo salutare almeno al telefono quando gli consegnava la pensione, ma lei divagava. Aspettiamo le analisi di laboratorio ma io sento che quelle ossa sono sue".
Cauti invece i legali dei due indagati: "Aspettiamo a trarre conclusioni affrettate. – ha detto l’avvocato dell'ex compagna Giovanni Di Lullo – Non sappiamo ancora a chi appartengano quei resti. Nei confronti della mia assistita viene formulata un’accusa grave, per questo chiederemo di poter visionare il corpo del reatoe poi nomineremo un genetista di parte".
L'autopsia, oltre a cercare di fornire l'identità dei resti, dovrà anche stabilire se la morte sia avvenuta per cause naturali o per l'azione violenta di qualcuno. L'abitazione dell'ex postino e quella confinante sono state poste sotto sequestro.