Lega la compagna al letto e la stupra per 10 anni: era già stato condannato per la stessa cosa

È sicuramente uno dei fatti di cronaca italiana più scioccanti dell’ultimo periodo. Un 52enne di Gizzeria (Catanzaro) ha tenuto segregata e legata al letto per dieci anni la compagna, una donna di nazionalità romena, di 29 anni, facendole mangiare i suoi stessi escrementi e cibi avariati. E ancora, l’ha violentata anche durante le due gravidanze e l’ha picchiata ricucendola poi con del filo da pesca. Ma Aloisio Francesco Rosario Giordano, arrestato pochi giorni fa dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme per maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata, non era nuovo a questi atteggiamenti balordi e criminali. L’uomo aveva in passato già scontato alcuni anni di prigione per aver commesso gli stessi reati. Nel 1995 era stato condannato a cinque anni di reclusione per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di una 23enne tenuta sotto sequestro per cinque mesi “in una casa e in una masseria” proprio a Gizzeria. Giordano però scontò poco meno di cinque anni in prigione e uscì nel 1999: la pena gli fu ridotta di qualche mese per buona condotta.
L’uomo, secondo quanto riportato su Repubblica, avrebbe costretta la giovane ad abortire due volte: “Una a furia di calci e di botte, l’altra dopo essere stata legata con le mani dietro la schiena, con un bisturi rudimentale e un cucchiaio”. Giordano aveva convinto la ragazza, identificata semplicemente come Maria Rosa, a trasferirsi da lui, costringendola poi a vivere con la propria moglie, una marocchina di 28 anni chiamata Raskaovi Bouchra, e i loro due figli. Ma la sventurata era riuscita a fuggire approfittando di una disattenzione dell’uomo, che il 22 marzo 1995 era uscito di casa dimenticandosi di chiudere a chiave la porta. Immediatamente, aveva denunciato l’uomo. I carabinieri che avevano arrestato Giordano avevano anche trovato nella casa del sequestro i “rudimentali arnesi” che aveva utilizzato sul corpo di lei: “il bisturi per il secondo aborto, una mazzetta di legno con cui l’uomo avrebbe sodomizzato la ragazza, altri aggeggi per strane pratiche sessuali”.