Le mani della ‘ndrangheta sulla sanità calabrese, le cosche controllavano medici e appalti
La ‘ndrangheta aveva messo da tempo le sue mani sulla sanità calabrese riuscendo ad arrivare ai vertici dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria di cui era arrivata a controllare vertici, medici e forniture. È quanto hanno scoperto i carabinieri del ROS che oggi, in collaborazione con i Comandi provinciali di Reggio Calabria, Catanzaro e Bologna, che hanno eseguito 14 ordinanze di misure cautelari emesse dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale procura-Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di altrettante persone ritenute coinvolte. Per loro le accuse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Medici tra esponenti della cosca Piromalli
L’inchiesta conclusa nel 2018, in epoca antecedente alla pandemia, secondo gli inquirenti ha fatto emergere come i condizionamenti mafiosi avessero completamente alterato il funzionamento della Azienda sanitaria di Reggio Calabria. In particolare i carabinieri si son concentrati sulle attività della cosca Piromalli scoprendo che la suo interno avevano assunto posizione di particolare rilievo alcuni medici che nel frattempo sono riusciti a ricoprire vari incarichi nelle Aziende sanitarie di Reggio Calabria, Gioia Tauro, Palmi (Reggio Calabria) e Tropea (Vibo Valentia.
Gare e appalti per gli ospedali monopolizzati dalle cosche
Grazie all’attività dall’interno e le posizioni ricoperte nell’azienda sanitaria dai medici indagati ma anche alla capacità intimidatoria del gruppo criminale, secondo gli inquirenti, il sistema gestionale dei Distretti sanitari dell’Asp di Reggio Calabria è stato compromesso nel profondo. Ad esempio le cosche erano in grado di controllare e alterare le procedure di nomina dei direttori delle Asp e avevano monopolizzato la filiera economica della distribuzione dei prodotti medicali. Spesso infatti le procedure di affidamento delle commesse erano dirette e senza gare, favorite dalla mediazione di personale medico che poi veniva ricompensato con utilità varie.