“Le donne pensano di prendere il potere”: accuse al vertice della Federazione sport paralimpici invernali

La giovane Federazione italiana sport paralimpici invernali (Fisip), che dal 6 marzo schiererà dieci atleti alle Olimpiadi di Milano-Cortina, si trova travolta da una bufera etica e politica che sta scuotendo i vertici e compromettendo la gestione sportiva.
Fondata nel 2010 da Tiziana Nasi, cugina di Gianni Agnelli e figura chiave nel processo di apertura delle piste italiane di discesa, fondo e snowboard agli atleti con disabilità, la Fisip era stata per dodici anni guidata dalla stessa Nasi, presidente anche delle Paralimpiadi di Torino 2006. Nel 2022, il testimone è passato al friulano Paolo Tavian.
Ora, però, il suo mandato è al centro di un’inchiesta senza precedenti. Dopo sei mesi di indagini, il procuratore Stefano Comellini, membro del Comitato paralimpico italiano (Cip), ha chiesto il deferimento di Tavian per "violazioni gravissime dei principi di lealtà e correttezza dei tesserati".
Le accuse: "Abusi psicologici, molestie, minacce"
Secondo l’inchiesta, Tavian avrebbe commesso "abusi psicologici, molestie, minacce in danno del segretario generale Sonia Nolli e di altri componenti della segreteria", denigrandola con frasi come "qui il mondo va alla rovescia, adesso le donne pensano di prendere il potere" e "bestemmiando ripetutamente all’interno degli uffici federali".
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Tavian avrebbe anche escluso la segretaria dai procedimenti gestionali, chiesto ad altre dipendenti di spiarla e, infine, disabilitato le sue password per sostituirla con un uomo di fiducia. Secondo Comellini, questo clima avrebbe causato un tracollo umano e organizzativo: la Nolli, oggi in malattia, sarebbe ricorsa a cure farmacologiche e psicologiche; due dipendenti su cinque si sarebbero dimesse per stress lavoro-correlato; e alcuni collaboratori avrebbero rifiutato il rinnovo del contratto, ritenendo "incompatibili con la nostra etica" le condizioni interne.
Nella sua lettera di dimissioni, una segretaria racconta un episodio emblematico: "Vedendomi maneggiare il cellulare mi chiese di consegnarglielo. Lo appoggiai sulla scrivania e lui disse: ‘Non ho fiducia in lei'. Il deterioramento delle condizioni di lavoro mi costringe ad andarmene". A dissociarsi dalla rimozione di Nolli sono stati anche tre consiglieri federali – Lambiase, Lanthaler e Sabidussi – oltre ai revisori dei conti.
Un’inchiesta senza precedenti
Le testimonianze raccolte da Comellini descrivono un ambiente di controllo e intimidazione. Secondo i verbali, il presidente avrebbe chiesto ad alcune dipendenti di verificare i messaggi della segretaria e di "redigere verbali dando atto di circostanze che non erano state trattate nel corso delle riunioni".
L’atto di deferimento apre la strada a un processo sportivo che, in caso di condanna, potrebbe portare Tavian fino alla radiazione. Ma il presidente non intende restare fermo. Da sabato scorso sul sito Fisip è apparso un bando per il reclutamento di un nuovo procuratore e il rinnovo dei tribunali interni, compreso quello di primo grado che dovrebbe giudicarlo. Una mossa interpretata come un tentativo di sostituire il giudice naturale e annullare il deferimento.
Intervistato dal Corriere della Sera, Tavian – difeso dall’avvocato Domenico Viola – ha commentato: "Se ci sono testimoni contro di me lo trovo normale, si è creato un gruppo con uno scopo preciso. Io ho solo rimosso una segretaria sostituendola con una persona capace e ora abbiamo ristabilito la parte contabile perché la complicità tra certe persone aveva creato problemi".
A pochi mesi dalle Paralimpiadi di casa, dunque, la Fisip deve affrontare gravi accuse di abusi. Quel che doveva essere l’anno della consacrazione internazionale rischia di trasformarsi in una resa dei conti interna.