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La storia di Francesco, dal Vietnam all’Italia, per diventare prete: “Il mio posto è qua”

La storia di Don Francesco Ha Ngoc Quoc Vinh, origini vietnamite, parla di integrazione, speranza e fede: “Quando mi fermano per strada e mi sentono parlare in veronese stretto si stupiscono, poi ridiamo insieme”.
A cura di Elia Cavarzan
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Don Francesco Ha Ngoc Vinh
Don Francesco Ha Ngoc Vinh

Don Francesco ha 24 anni e da poco più di due settimane è diventato prete a pochi chilometri di distanza dalla stessa parrocchia che negli anni '70 accolse suo padre in fuga dalla guerra in Vietnam. Vicino ad Illasi, nel Veronese, Don Francesco è cresciuto tra famiglia, parrocchia, liceo e seminario. "Ho sempre voluto fare il prete, i miei genitori, il mio parroco e gli amici mi hanno sempre sostenuto e aiutato".

Quello di suo padre fu un viaggio della speranza, "anzi, della disperazione", precisa Don Francesco: "Partirono in barca dal Vietnam senza neanche sapere dove sarebbero andati. Scappati senza una meta. A trovarli tra le onde del mare furono tre incrociatori italiani che li portarono a Venezia".

Dalla città lagunare, suo padre fu ospitato nel paesino di Illasi dove trovò accoglienza a casa di una famiglia veronese che possedeva una piccola attività commerciale: "Qui trovò finalmente pace. Quando tornò in Vietnam dopo la guerra conobbe mia madre e insieme si trasferirono qui".

Foto di To Cam Hoa
Foto di To Cam Hoa

Don Francesco è tornato due volte in Vietnam per conoscere la propria storia e le proprie origini, ma la sua vita ormai è qui tra fede, parrocchia, attività pastorali e gruppi giovanili.

"Ciò che mi ha portato a diventare prete è stata la voglia di stare in mezzo alle persone, incontrarle nei luoghi della quotidianità, incontrarle al parchetto, alle attività parrocchiali. Mi sono reso conto che tutti questi piccoli incontri, alla fine, facevano parte dell'unico grande incontro, quello con Dio".

Solo pochi giorni dopo la consacrazione, è avvenuto per lui l'incontro con Papa Francesco: "Sono sceso a Roma con alcuni compagni appena consacrati come me, il Papa ci ha baciato le mani e ha usato parole di gioia con noi. È stato un momento forte. Lo porterò per sempre dentro di me".

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