291 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La protesta delle mamme di Padova: “Questi sono i nostri figli, combatteremo come tigri”

Sono tante le mamme che questa mattina sono andate a protestare davanti al Palazzo di Giustizia di Padova e che si sono dette pronte all’azione legale contro la decisione della Procura sugli atti di nascita di 33 figli di coppie omogenitoriali. Abbiamo raccolto le loro storie.
A cura di Elia Cavarzan
291 CONDIVISIONI
Immagine

"Proteggeremo i nostri bambini perché crediamo che un figlio sia tale non geneticamente o biologicamente, ma perché lo si ama, ci si cura della sua crescita, ci si occupa di lui": è il racconto di Laura, che di prima mattina è arrivata davanti al Palazzo di Giustizia di Padova, assieme a quasi un centinaio di altre persone, per protestare contro la decisione della Procura di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini con due mamme. Fanpage.it ha raccolto le testimonianze di queste mamme, le storie sulle loro famiglie e le loro preoccupazioni per quello che sta succedendo.

"Alessandra, mia figlia, è stata la prima ad essere registrata nel 2017 dal Comune di Padova e siamo state anche le prime a ricevere la lettera dall'ufficiale giudiziario per la convocazione", ci dice invece Irene, anche lei in prima linea questa mattina per manifestare contro le impugnazioni della Procura. "Non siamo pronte a questo. Ci stiamo muovendo grazie anche all'associazione Famiglie Arcobaleno. Saremo delle tigri perché si tratta dei nostri figli".

Per Iryna Shaparava, Referente Famiglie Arcobaleno Veneto, la strada è chiara: "Ci stiamo muovendo per creare resistenza legale a questa impugnazione. Si tratta dei nostri figli e noi siamo genitori. Non ci fermeremo", ha detto ai nostri microfoni. Con loro anche Lucy Manta, un'attivista che spiega: "Anche se non sono mamma, protesto per avere il diritto di esserlo".

In segno di protesta le mamme che hanno partecipato al sit in hanno adagiato delle finte lettere raccomandate sopra a dei bambolotti, disposti in fila davanti alle scalinate del Palazzo di Giustizia. Una protesta silenziosa. Si alzano molti applausi.

Ci sono anche Alessandro Zan e Rachele Scarpa del Partito Democratico. Dal primo, parole di sostegno: "Non esiste una legge su questo, deve prevalere l'interesse del minore come sancito più volte in questi casi dalla Corte Costituzionale". Per Rachele Scarpa "si tratta di un'operazione di criminalizzazione di una minoranza che a quanto pare non rientra nei valori di questa governo".

291 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views