La prof alla studentessa ebrea: “Ad Auschwitz saresti stata attenta”. E i compagni di classe si ribellano

"Ad Auschwitz saresti stata attenta": gli studenti credono di aver sentito male. Ma non è così: l'insegnante di matematica del liceo artistico Caravillani in piazza Risorgimento a Roma voleva dire proprio quello che effettivamente gli è uscito dalla bocca. Si è rivolta così verso una studentessa ebrea che quel giorno non stava bene per un forte mal di testa e per questo era uscita dalla classe per andare in bagno. A raccontare la storia è il quotidiano Repubblica. "La ragazza va in bagno, rientra al suo banco all'ultima fila, ma il malessere non passa. La docente la nota, e qui parte la rasoiata: ‘Se fossi stata ad Auschwitz, saresti stata attenta' ". Il fatto è accaduto nell'ottobre dell'anno scorso. La studentessa, il cui nome, riferisce il sito romaebraica.it è Yael, è sbigottita, esplode in lacrime, i compagni la difendono accusando la docente di razzismo. E lei ribatte con una scusa che è peggiore del male: "Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta". Repubblica racconta che tre studenti, tra cui la ragazza ebrea, minacciano di disertare le lezioni di matematica tenute da quella professoressa. L'episodio accade in un sabato di ottobre: la madre della ragazza va a protestare il lunedì dalla preside, che chiede una protesta scritta alla signora e apre un'istruttoria formale. La docente cerca di spiegarsi, ma aggiunge qualcosa di ancora più grave. "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato": dopo l'apertura dell'inchiesta interna rischiava 15 giorni di sospensione, ma invece si ammala.
Interviene la Comunità ebraica romana. Per capire, per mettere pace, per cercare di individuare le ragioni di quanto accaduto. La prof dice di non essere antisemita. Però quel che dice fa spavento: "Ammetto di aver detto quella frase in classe, ma l'ho pronunciata per indicare un posto dove regnava l'ordine". E ieri, l'epilogo: la classe è stata ricevuta dal presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici al Museo ebraico: “Sono commosso di fronte all’appoggio che avete dato alla vostra compagna – ha confessato Pacifici come riporta romaebraica.it -. Mi capita spesso di andare nelle scuole per parlare di Shoah, per ricordare l’importanza della tolleranza nei confronti del prossimo. Ma mai mi era capitato di assistere a un fatto simile. In un periodo di crescente intolleranza antisemita, xenofoba e razzista, un episodio del genere dovrebbe essere premiato. Lo vorrei segnalare, quindi, alla Presidenza della Repubblica affinché tutti voi abbiate il dovuto riconoscimento, affinché la cittadinanza riconosco quali sono gli esempi positivi".