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Covid 19

La pandemia di Covid-19 in Italia ha abbassato di 1,3 anni l’aspettativa di vita alla nascita

La pandemia di Covid-19 ha abbassato di 1,32 anni l’aspettativa di vita alla nascita in Italia. Lo rivela uno studio delle Università di Padova e Ca’ Foscari.
A cura di Davide Falcioni
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Se prima della pandemia di Covid-19 l'aspettativa di vita in Italia era mediamente di 83 anni, a causa della diffusione del virus è diminuita di 1,32 anni. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale "Plos-one" e condotto da due docenti degli atenei di Padova e di Ca' Foscari (Venezia), Stefano Mazzuco e Stefano Campostrini. Impiegando i dati contenuti nel database sulla mortalità umana (Human Mortality Database), i ricercatori hanno ottenuto stime su come è cambiata la "speranza di vita alla nascita", ovvero il numero di anni che, con la mortalità osservata in quell'anno, un individuo mediamente vivrebbe. Il dossier dimostra come l'impatto sulla struttura demografica sia dipeso molto, non solo da quante persone si sono ammalate e poi morte a seguito del Covid, ma anche all'età di questi soggetti e, più in generale, alla struttura per età delle diverse popolazioni. Pertanto, l'Italia, ad esempio, pur presentando un numero di morti più elevato di tanti paesi, ha avuto un impatto sulla struttura demografica seppure significativo ma minore.

Dal dossier emerge che in molti Paesi del mondo la pandemia ha avuto conseguenze importanti sull'aspettativa di vita. In Russia essa è scesa di ben 2,16 anni, 1,85 negli Usa, 1,27 in Inghilterra e Galles.  Le differenze tra i Paesi sono importanti: molti di essi (ad esempio Danimarca, Norvegia, Nuova Zelanda, Corea del Sud) hanno visto un calo piuttosto limitato dell'aspettativa di vita o addirittura un aumento. I ricercatori stanno ora esaminando  i dati del 2021. Dalle prime analisi sembra che alcuni Paesi, tra cui l'Italia, abbiano recuperato in parte quanto perso nel 2020. "Lo studio della mortalità – spiega Stefano Campostrini – ci aiuta a capire il reale impatto della pandemia sulla struttura demografica della popolazione; i confronti internazionali poi aiutano a leggere le storie, anche molto diverse, del vissuto nei Paesi. Se nel 2020 abbiamo visto situazioni molto diverse da Paese a Paese, nel 2021, pur nelle diversità, emerge con chiara evidenza un elemento comune: dove la copertura vaccinale aumenta e raggiunge determinati livelli, l'effetto della pandemia sulla mortalità è minimo".

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