La maxi truffa sulle borse di studio universitarie: più di un milione di euro andati a chi non ne aveva diritto

Oltre un milione di euro dati a non aventi diritto, altri 900 mila bloccati prima di essere indebitamente erogati. Questo è il bilancio della maxi inchiesta nata da un accordo firmato congiuntamente a giugno 2024 dal Ministero dell'Università e della ricerca e dalla Guardia di finanza, finalizzato all'individuazione di eventuali truffe nella distribuzione delle borse di studio universitarie.
L'indagine iniziata a gennaio 2024 ha riguardato i bandi di assegnazione a partire dall'anno accademico 2022/2023. Proseguirà nei prossimi mesi, ma ora sono arrivati i primi dettagli, diffusi proprio dalla Ministra dell'Università Anna Maria Bernini durante il Forum Ambrosetti di Cernobbio, incontro dedicato alla discussione di temi economici. I risultati diffusi finora parlano chiaro: sono tantissime le irregolarità nella distribuzione dei fondi.
In questo anno e mezzo di ricerche da parte della Guardia di finanza in diverse città italiane, sono state 334 le persone denunciate e 50 gli studenti puniti con misure disciplinari amministrative, su 967 controlli effettuati. Le violazioni vanno da banali errori nella compilazione delle richieste delle borse fino a vere e proprie falsificazioni intenzionali, con dichiarazioni false o documenti manipolati.
Alcuni studenti hanno mentito sulla propria condizione finanziaria in modo da risultare beneficiari, inserendo falsi numeri Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) e Ispe (Indicatori della situazione patrimoniale equivalente). Altri invece hanno partecipato a truffe ben più strutturate.
Su 5 milioni e 200 mila euro assegnati a studenti italiani e non, 1 milione e 200 mila sono stati assegnazioni indebite. Si tratta del 22,5% del totale, visto che nel periodo considerato dall'inchiesta sono stati erogati 5,2 milioni di euro in borse di studio.
Il caso di Torino: la falsa casa
L'operazione condotta a Torino a gennaio 2025 nel contesto dell'inchiesta è stata denominata "Fake home", cioè "casa falsa". Le fiamme gialle hanno infatti scoperto che circa 80 studenti stranieri (pakistani, indiani e iraniani) avevano autocertificato di aver affittato un alloggio, il requisito abitativo necessario per rientrare nell'assegnazione. Ma in realtà si erano accordati per un contratto falso con un uomo di 37 anni, proprietario di soli 4 immobili in cui però sulla carta vivevano ben 66 persone. Quindi, gli studenti sacrificavano 500 o 600 euro di falso affitto per ricevere finanziamenti universitari fino a 8 mila euro. In totale, più di mezzo milione di euro in borse di studio sono stati indebitamente assegnati in questo modo.
Il caso di Ancona
Ad Ancona, invece, la Guardia di finanza ha analizzato più di 200 atti emessi da uffici indiani al fine di partecipare all'assegnazione delle borse di studio del sistema marchigiano. Tantissimi di questi documenti avevano firme, timbri o codici consolari falsi. Così 24 studenti indiani sono stati denunciati.